Cos'è la congiuntivite, le sue cause, sintomi, terapie e prevenzione, con informazioni aggiornate e nuove strategie di cura
La congiuntivite è un’infiammazione che interessa la membrana trasparente situata sulla parte bianca dell’occhio (sclera) e sulla superficie interna delle palpebre, nota come congiuntiva. Questa patologia si manifesta con sintomi quali arrossamento oculare, disagio, bruciore e secrezioni, dovuti alla dilatazione dei capillari locali e alla risposta infiammatoria dell’organismo. In molti casi, può causare anche un senso di corpo estraneo o irritazione oculare.

In caso di recidive frequenti, si consiglia di sottoporsi a visita oculistica approfondita per indagare eventuali patologie sottostanti
La congiuntivite può essere classificata in base alla sua durata in due principali categorie cliniche: acuta e cronica. La forma acuta è caratterizzata da un’infiammazione transitoria della congiuntiva, che in genere si risolve spontaneamente entro una o due settimane. In alcuni casi, il disturbo può persistere fino a quattro settimane, mantenendo comunque un andamento autolimitante.
Quando i sintomi si protraggono oltre le quattro settimane, si definisce congiuntivite cronica. Questa condizione può indicare la presenza di fattori scatenanti persistenti o sottostanti, come allergeni ambientali continui, esposizione costante a sostanze irritanti o infezioni resistenti. Le forme croniche richiedono in genere un approccio diagnostico più approfondito, che può includere esami microbiologici, test allergologici o una valutazione oftalmologica specialistica, per individuare la causa e impostare una terapia mirata.
In alcuni casi, si può verificare una fuoriuscita di pus o sangue, soprattutto se il nodulo si rompe spontaneamente.
Inoltre, la distinzione tra forme acute e croniche non è solamente temporale, ma anche clinica: la congiuntivite cronica può presentare sintomi più sfumati ma prolungati, come un leggero arrossamento persistente, secrezioni modeste ma costanti o una sensazione continua di corpo estraneo.
Tipi di congiuntivite
La congiuntivite può essere classificata in base alla causa scatenante in due grandi gruppi: infettiva e non infettiva. Questa suddivisione ha rilevanza clinica perché determina il tipo di trattamento, la possibilità di contagio e il decorso della malattia.
Forme infettive
Le congiuntiviti di origine infettiva sono causate da agenti patogeni e presentano un elevato rischio di trasmissione.
- Virale: rappresenta la variante più frequente, in particolare negli adulti. È spesso associata a sintomi sistemici da raffreddamento e coinvolge tipicamente adenovirus, responsabili di circa il 65%–90% dei casi. Alcuni sottotipi, come l’adenovirus 8, 19 e 37, possono causare forme particolarmente aggressive (cheratocongiuntivite epidemica). L’infezione si diffonde facilmente tramite secrezioni oculari o per contatto con superfici contaminate.
- Batterica: più comune nei bambini, può essere causata da batteri piogeni come Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae e Haemophilus influenzae. Queste forme si manifestano spesso con secrezioni dense e giallastre e possono coinvolgere entrambe le palpebre. Il trattamento antibiotico topico è spesso risolutivo.
- Atipiche o a trasmissione sessuale: forme meno comuni ma clinicamente rilevanti sono quelle dovute a Neisseria gonorrhoeae e Chlamydia trachomatis. La gonococcica può causare secrezioni purulente abbondanti e ulcerazioni corneali rapide. La congiuntivite da clamidia, più frequente nei giovani adulti sessualmente attivi, è una causa comune di congiuntivite cronica ed è spesso associata a infezioni genitali concomitanti.
Forme non infettive
Queste congiuntiviti non implicano la presenza di patogeni e non sono trasmissibili.
- Allergica: è provocata da una risposta immunitaria IgE-mediata a sostanze come pollini, acari, peli di animali o muffe. È comune nei soggetti con storia atopica (asma, rinite allergica, dermatite). Si manifesta con prurito intenso, arrossamento bilaterale, lacrimazione e gonfiore palpebrale. Le varianti includono la congiuntivite stagionale e quella perenne.
- Irritativa: scatenata da agenti chimici o fisici come cloro, fumo, cosmetici, detergenti, smog, ma anche da corpi estranei. È tipicamente acuta, monolaterale, e si risolve rimuovendo l’agente nocivo. Non coinvolge il sistema immunitario e non comporta contagio.
Categoria | Sottotipo | Agente o Fattore | Caratteristiche cliniche principali | Contagiosità |
---|---|---|---|---|
Infettiva | Virale | Adenovirus (tipi 3, 7, 8, 19, 37) | Arrossamento, secrezione acquosa, contagiosa, possibile cheratite | Molto contagiosa |
Batterica | S. aureus, S. pneumoniae, H. influenzae | Secrezione densa/giallastra, palpebre incollate, risponde ad antibiotici | Contagiosa | |
Gonococcica | Neisseria gonorrhoeae | Rapida evoluzione, secrezione abbondante, rischio di perforazione corneale | Altamente contagiosa | |
Da clamidia | Chlamydia trachomatis | Sintomi persistenti, spesso bilaterale, associata a infezione genitale | Moderatamente contagiosa | |
Non infettiva | Allergica | Pollini, acari, peli animali, muffe | Prurito severo, lacrimazione, edema palpebrale, bilaterale, stagionale | Non contagiosa |
Irritativa | Cloro, fumo, polveri, cosmetici, corpi estranei | Arrossamento acuto, sensazione di bruciore, si risolve rimuovendo l’agente | Non contagiosa |
Sintomi della congiuntivite
La congiuntivite, indipendentemente dalla sua origine (infettiva o non infettiva), si manifesta attraverso un insieme di sintomi oculari caratteristici, che variano in intensità e natura a seconda della causa. Il sintomo più frequente è l’arrossamento della congiuntiva, dovuto alla dilatazione dei vasi sanguigni superficiali.
Esiste una variante batterica chiamata iperacuta, provocata da Neisseria gonorrhoeae. Si caratterizza per un esordio violento, con secrezioni purulente intense (giallo‑verdi) e rapido coinvolgimento della cornea. Questa condizione richiede un intervento terapeutico urgente per evitare gravi complicazioni
Tra gli altri segni tipici vi sono:
- Lacrimazione abbondante, più comune nelle forme virali o allergiche
- Secrezioni dense, di colore giallastro o verdastro, indicano generalmente un’origine batterica
- Fastidio oculare, con sensazione di corpo estraneo o bruciore
- Palpebre gonfie e tendenza a incollarsi al risveglio, soprattutto in caso di secrezione purulenta
- Prurito oculare, particolarmente evidente nelle congiuntiviti allergiche
- Fotofobia (intolleranza alla luce) e visione offuscata possono indicare un’infiammazione più profonda, come nel coinvolgimento della cornea
Questi sintomi non sono sempre presenti contemporaneamente e la loro combinazione può aiutare il medico a identificare l’origine della congiuntivite (virale, batterica, allergica, irritativa).
Sintomo | Frequenza | Associato a | Descrizione clinica |
---|---|---|---|
Arrossamento oculare (iperemia congiuntivale) | Molto comune | Tutte le forme | Dilatazione vascolare della congiuntiva, evidente come “occhio rosso” |
Lacrimazione abbondante | Comune | Virale, allergica | Fluido chiaro in eccesso, tipico nelle forme non batteriche |
Secrezione densa e giallastra | Comune | Batterica | Essudato purulento, spesso causa incollamento palpebrale |
Sensazione di bruciore o corpo estraneo | Comune | Virale, irritativa | Fastidio oculare, descritta come sabbia negli occhi |
Gonfiore palpebrale | Abbastanza comune | Batterica, allergica | Edema delle palpebre, talvolta con difficoltà all’apertura |
Palpebre incollate al mattino | Comune | Batterica | Secrezioni notturne che fanno aderire le palpebre durante il sonno |
Prurito oculare | Frequente in allergia | Allergica | Sintomo distintivo della congiuntivite allergica |
Fotofobia | Meno comune | Virale, con coinvolgimento corneale | Intolleranza alla luce intensa, suggerisce irritazione corneale |
Visione offuscata | Meno comune | Virale, cronica | Leggera perdita della nitidezza visiva, spesso transitoria |
Dolore intenso | Raro (attenzione) | Forme complicate o con cheratite | Non comune: richiede valutazione immediata, può indicare ulcera o cheratite |
Linfoadenopatia preauricolare | Rara ma significativa | Virale (es. adenovirus) | Gonfiore dei linfonodi davanti all’orecchio, indice di infezione virale sistemica |
Come si trasmette: la congiuntivite è infettiva
Le forme virali e batteriche sono molto trasmissibili. Il contagio avviene tramite contatto diretto con secrezioni o con oggetti contaminati (asciugamani, trucchi, mani non lavate). Le forme allergiche e da irritazione non si trasmettono da persona a persona. Nel caso della congiuntivite virale, la persona può essere contagiosa fino a 2-3 settimane, mentre la congiuntivite batterica tende a smettere di essere trasmissibile circa 24 ore dopo l’inizio di una terapia antibiotica appropriata.
Nella maggior parte dei casi, il medico può formulare la diagnosi attraverso l’osservazione diretta dell’occhio con strumenti come la lampada a fessura. In situazioni complicate, come nei casi sospetti di infezione da Herpes simplex o da batteri come gonococco o clamidia, si può procedere con tamponi o colture oculari per identificare con precisione l’agente patogeno.
Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare orzaioli:
- Precedenti episodi di orzaiolo;
- Blefarite cronica (infiammazione delle palpebre);
- Dermatite seborroica, rosacea, acne;
- Diabete;
- Secchezza oculare;
- Squilibri ormonali;
- Iperlipidemia (colesterolo elevato).
Cura
La congiuntivite virale, essendo di origine virale, non necessita di terapia farmacologica specifica. Il trattamento si basa su misure di supporto, come l’uso di impacchi freddi, lacrime artificiali e il riposo visivo, per alleviare i sintomi e favorire il naturale decorso della malattia.
Per la congiuntivite batterica, sebbene possa spesso regredire spontaneamente, la somministrazione di antibiotici topici sotto forma di colliri o pomate oftalmiche può velocizzare la guarigione, generalmente entro 3–5 giorni. Questo approccio è raccomandato soprattutto nei bambini o nei casi più sintomatici.
La congiuntivite allergica richiede un approccio mirato alla modulazione della risposta immunitaria. Si utilizzano antistaminici oculari, decongestionanti e, nei casi più intensi, corticosteroidi topici, sempre sotto controllo medico. È inoltre fondamentale evitare l’esposizione agli allergeni noti (pollini, acari, peli di animali).
Tipo di congiuntivite | Terapia principale | Gestione quotidiana | Quando rivolgersi al medico | Prognosi | Prevenzione |
---|---|---|---|---|---|
Virale | Nessuna terapia specifica. Impacchi freddi, lacrime artificiali | Evitare lenti a contatto, igiene rigorosa, uso di fazzoletti personali | Se sintomi persistono oltre 2 settimane o peggiorano | Benigna, autolimitante | Lavarsi le mani, evitare contatto con infetti, disinfezione oggetti personali |
Batterica | Colliri o pomate antibiotiche topiche | Pulizia secrezioni, sospensione lenti, igiene mani | Se secrezioni aumentano, sintomi gravi, dolore o visione alterata | Guarigione rapida con antibiotici | Evitare condivisione oggetti, igiene occhi e mani |
Allergica | Antistaminici, decongestionanti, corticosteroidi topici | Allontanamento da allergeni, raffreddamento palpebre | Se i sintomi non migliorano con terapia o vi è interessamento corneale | Buona se controllati i fattori scatenanti | Evitare allergeni, igiene ambientale, uso occhiali protettivi |
Irritativa | Rimozione dell’agente irritante, lavaggi con fisiologica | Nessun farmaco. Evitare contatto con sostanze chimiche | Se persiste il fastidio o se vi è peggioramento dei sintomi | Rapida con rimozione stimolo | Prevenire esposizione a fumo, cloro, smog, prodotti aggressivi |
Nelle forme irritative, il trattamento consiste principalmente nella rimozione dell’agente scatenante, come sostanze chimiche o fisiche, e nell’irrigazione oculare con soluzione fisiologica, per eliminare residui e ridurre l’irritazione.
In tutti i tipi di congiuntivite, si raccomandano misure igieniche generali per evitare la trasmissione o il peggioramento del quadro clinico:
- Sospensione delle lenti a contatto fino a completa guarigione
- Igiene accurata delle mani, specialmente prima e dopo il contatto con gli occhi
- Uso di asciugamani, cosmetici e fazzoletti personali
- Pulizia delle palpebre con dischetti sterili imbevuti in acqua bollita raffreddata
In molti casi, l’orzaiolo si risolve spontaneamente nell’arco di 7–14 giorni. Alcuni accorgimenti possono favorire una guarigione più rapida e alleviare i sintomi.
Cosa fare:
- Applicare impacchi caldi per 10–15 minuti, 3–5 volte al giorno. Si può usare un panno imbevuto in acqua calda o, secondo alcuni studi, bustine di tè verde umide, che sembrano avere blande proprietà antibatteriche.
- Pulire delicatamente le palpebre con una soluzione diluita di shampoo per bambini e acqua o usare salviettine oftalmiche apposite.
- Sospendere l’uso di lenti a contatto e trucco oculare fino a completa guarigione.
Cosa evitare:
- Non schiacciare né forare il nodulo;
- Non toccarsi frequentemente gli occhi;
- Non applicare cosmetici sull’occhio colpito.
Se i sintomi persistono o peggiorano dopo 48 ore di trattamento domiciliare, può essere necessario l’intervento medico:
- Applicazione locale di pomate antibiotiche o colliri;
- Prescrizione di antibiotici orali, se l’infezione si estende ai tessuti circostanti;
- Incisione chirurgica per drenare l’orzaiolo interno sotto anestesia locale;
- Iniezione di corticosteroidi nel nodulo per ridurre l’infiammazione in casi selezionati.
Quando consultare un medico
È indicato rivolgersi a un professionista sanitario in presenza di:
- Dolore oculare persistente o intenso
- Fotofobia marcata o disturbi visivi
- Sintomi che non migliorano entro due settimane
- Segni di complicanze, come il coinvolgimento corneale (cheratite), che può compromettere la visione
In genere, la congiuntivite presenta un’evoluzione benigna, con guarigione completa e senza esiti visivi permanenti. La prevenzione è essenziale, soprattutto per le forme contagiose. Le misure più efficaci comprendono:
- Lavaggio frequente delle mani
- Pulizia e disinfezione di oggetti a contatto con gli occhi (occhiali, lenti, cosmetici)
- Evitare il contatto con persone infette o superfici potenzialmente contaminate
Alla nascita, i neonati possono contrarre una congiuntivite grave. Per prevenirla, si utilizzava storicamente la profilassi di Credé, consistente in una instillazione oculare di nitrato d’argento al 1 % subito dopo la nascita. Anche se oggi è stata in gran parte sostituita da eritromicina o tetraciclina, resta uno dei primi interventi di sanità pubblica.
Secondo dati recenti, la congiuntivite è la causa più frequente di “occhio rosso”: ogni anno negli Stati Uniti 3–6 milioni di persone ne soffrono. Anche in Italia è una patologia molto diffusa, presente tutto l’anno, con picchi in alcune condizioni allergiche durante la primavera. In alcuni casi, l’infezione può estendersi alla cornea, causando cheratocongiuntiviti. Forme come la Vernal Keratoconjunctivitis (primaverile) o l’atopic keratoconjunctivitis, presenti nelle forme allergiche, possono essere clinicamente gravi, provocando alterazioni della vista se non curate adeguatamente con corticosteroidi e stabilizzanti dei mastociti.
Il tracoma è una patologia endemica causata da Chlamydia trachomatis che colpisce congiuntiva e cornea, diffusa soprattutto in aree del Nordafrica, Medio Oriente, subcontinente indiano e parti dell’Australia e del Sud-est asiatico. È associata a condizioni igieniche scadenti ed è una delle principali cause di cecità prevenibile nel mondo.
Terapie innovative in corso di sperimentazione:
Ambito terapeutico | Innovazione | Benefici |
---|---|---|
Immunomodulatori topici | Ciclosporina A, tacrolimus, ISS‑ODN | Riduzione infiammazione allergica, sicurezza a lungo termine |
Antivirali di nuova generazione | DST-100, APD-209, N‑clorotaurina | Diminuzione replicazione virale, minore durata dei sintomi |
Antibiotici avanzati | Nanotech, colliri combinati | Maggiore penetrazione, miglior aderenza e riduzione dosi |
Delivery innovativi | Nanoparticelle, lenti cariche, liposomi | Rilascio prolungato, miglior efficacia, meno applicazioni |
Immunoterapia e vaccini | SLIT, SCIT, vaccino da riso | Tolleranza a lungo termine, riduzione recidive |
Nuovi target molecolari | Antagonisti PGD₂ e selectine | Azione mirata su sintomi e infiammazione |