Sintomi, cause e diagnosi della gotta: una malattia infiammatoria articolare legata all'accumulo di acido urico nel sangue

La gotta è una patologia che si verifica a causa dell’accumulo di cristalli di acido urico all’interno delle articolazioni, dovuto a elevati livelli ematici di acido urico (iperuricemia). Questi depositi di cristalli provocano infiammazioni dolorose sia nelle articolazioni stesse che nei tessuti circostanti. Tale condizione è diagnosticata mediante l’osservazione dei cristalli di acido urico nel liquido prelevato da un’articolazione infiammata.

Le riacutizzazioni acute della gotta, chiamate anche attacchi, vengono trattate mediante l’uso di farmaci che riducono l’infiammazione e alleviano il dolore. In molti casi, i soggetti affetti da questa patologia devono assumere farmaci per tutta la vita, al fine di ridurre i livelli di acido urico nel sangue. Col passare del tempo, i depositi di acido urico diminuiscono e le riacutizzazioni cessano.

Sintomi gotta

Il trattamento della gotta si articola in due ambiti principali: le misure non farmacologiche e la terapia farmacologica, con un’attenzione crescente verso le nuove frontiere terapeutiche

La gotta colpisce principalmente gli uomini, presentandosi generalmente in età matura per loro e dopo la menopausa per le donne. La sua frequenza diminuisce tra i giovani, ma nei casi in cui si manifesta prima dei 30 anni di età, tende ad essere più grave.

L’iperuricemia, causa della gotta, è provocata da elevati livelli di acido urico nel sangue, spesso dovuti a fattori ereditari. Alcuni alimenti contengono purine, che, quando metabolizzate, formano acido urico. La maggior parte dell’acido urico nel sangue non proviene dalla dieta. I livelli di acido urico nel sangue possono essere elevati anche nelle persone con sindrome metabolica, caratterizzata da obesità, ipertensione, insulino-resistenza e livelli anomali di grassi nel sangue.

Le cause della gotta sono principalmente legate a una minore eliminazione dell’acido urico da parte dei reni o dell’apparato gastrointestinale, ma anche a un eccessivo consumo di alimenti ricchi di purine o alla produzione eccessiva di acido urico. Non tutti coloro con livelli elevati di acido urico sviluppano la gotta, il che suggerisce un coinvolgimento di fattori genetici.

La gotta può essere causata da vari fattori, tra cui uno stile di vita scorretto, l’assunzione di farmaci e altre cause che talvolta possono non essere individuate. Normalmente, l’acido urico viene completamente disciolto nel sangue, ma quando i livelli diventano eccessivi e i reni non riescono a eliminarlo efficacemente, si verificano precipitazioni di cristalli che possono causare infiammazioni dolorose e la formazione di calcoli renali.

La gotta colpisce spesso l’alluce (primo dito del piede) durante il primo episodio acuto, ma può coinvolgere numerose altre articolazioni, tra cui caviglie, talloni, ginocchia, polsi, dita e gomiti. I primi attacchi tendono a migliorare in pochi giorni, ma se la condizione viene trascurata, nel corso degli anni, possono verificarsi episodi sempre più frequenti e dolorosi.

Parte del corpoCoinvolgimento nella gottaSintomi principaliSegni clinici e dettagli
Articolazioni perifericheSedi più frequenti: metatarso-falangea (podagra), caviglia, ginocchioDolore intenso, improvviso, soprattutto notturnoArtrite acuta, tumefazione, calore e rossore, dolore al minimo movimento o al tatto; picco entro 24h
Alluce (1ª articolazione metatarso-falangea)Localizzazione classica e più comune della gottaDolore lancinante, gonfiore, arrossamento“Podagra” tipica; edema importante, limitazione funzionale, ipersensibilità tattile
GinocchioComune nelle fasi avanzate o recidivantiDolore, rigidità articolareVersamento articolare, possibile formazione di tofi intra-articolari
CavigliaFrequente durante crisi acuteDolore, gonfioreArtrite acuta con edema e arrossamento, limitazione dei movimenti
Mano e polsoCoinvolgimento meno frequente rispetto agli arti inferioriDolore, gonfioreArtrite acuta, a volte confondibile con artrite reumatoide
OrecchioDeposito di tofi frequente soprattutto nella parte esterna (padiglione)Noduli duri, non dolorosi o lievemente dolorosiTofi visibili o palpabili; possono ulcerarsi in casi gravi
Tendini e borsa sinovialeDepositi di cristalli nei tendini (es. tendine di Achille) e borseDolore localizzato, gonfioreTofi peri-tendinei, possibile infiammazione cronica con dolore persistente
Colonna vertebraleRaro, ma possibile soprattutto in casi severiDolore dorsale o lombareDepositi tofacei nelle articolazioni vertebrali o tessuti molli, spesso associati a danni strutturali
MuscoliCoinvolgimento raro, soprattutto in fasi avanzateDolore localizzato, debolezzaDepositi tofacei intramuscolari descritti in letteratura clinica
OcchiCoinvolgimento molto raroRossore, dolore, possibile irritazione oculareDescritti casi di congiuntivite o episclerite in associazione con gotta

Le cause della gotta possono essere legate anche ad effetti collaterali di alcuni farmaci o una ridotta capacità dei reni di smaltire l’acido urico. L’acido urico si forma a partire dalle purine, composti presenti sia nelle cellule umane che in molti alimenti. Quando la quantità di purine supera la norma, l’organismo le converte in acido urico, che viene eliminato attraverso l’urina. Se la produzione di acido urico supera la sua eliminazione, i cristalli possono formarsi e depositarsi nelle articolazioni o sottopelle, causando sintomi infiammatori.

Quadro sinottico completo delle malattie collegate alla gotta:

MalattiaRelazione con la gotta
IpertensioneFrequentemente presente (54–75 %), favorisce l’insorgenza della gotta e viceversa
Malattie cardiovascolariAumentato rischio di infarto, angina, ictus; mortalità cardiovascolare più elevata
Insufficienza renale cronica (CKD)Relazione bidirezionale: CKD riduce escrezione urica, l’iperuricemia peggiora la funzione renale
Nefrolitiasi uraticaCalcoli renali da urati comuni nei pz con iperuricemia/gotta
Diabete mellito di tipo 2Associato a insulino-resistenza/sovrappeso; 19–26 % di comorbilità nei pazienti
Sindrome metabolicaPresente nel 66 % dei pazienti con gotta
Malattia epatica steatosica (NAFLD)Connessa a dismetabolismi epatici e iperuricemia
Apnea ostruttiva del sonno (OSA)L’ipossia notturna contribuisce all’iperuricemia; OSA aumenta il rischio di gotta
BPCOL’iperuricemia peggiora la funzione polmonare nei pazienti BPCO
Cataratta / glaucomaPossibile coinvolgimento attraverso meccanismi infiammatori e ossidativi
Osteoartrosi (OA)Componente degenerativa e flogistica della gotta accelera l’OA
Psoriasi / artrite psoriasicaFrequente coesistenza; entrambi condividono meccanismi flogistici

La gestione della gotta risulta particolarmente complessa a causa della frequente presenza di comorbidità, che impongono un approccio clinico globale e multidisciplinare. È importante valutare attentamente l’impatto dei farmaci utilizzati per trattare condizioni associate, poiché alcuni di essi – come i diuretici, gli ACE-inibitori o gli SGLT2-inibitori – possono alterare i livelli di acido urico, influenzando negativamente l’andamento della malattia.

Per questo motivo, è consigliabile un monitoraggio regolare di parametri chiave quali la pressione arteriosa, la funzionalità renale, la glicemia, il profilo lipidico e lo stato del fegato. Questo permette di prevenire possibili complicazioni e di adattare la terapia in modo più preciso alle esigenze del singolo paziente.

Alcuni pazienti sviluppano i cristalli nelle articolazioni, altri possono avere accumuli sottopelle noti come tofi, mentre altri possono formare calcoli renali a causa dei cristalli di acido urico nelle urine.

Il sistema immunitario rileva la presenza anomala dei cristalli nelle articolazioni e inizia a combatterli, scatenando sintomi infiammatori tipici della gotta.

La famigliarità, l’età adulta, il sovrappeso, l’ipotiroidismo, alcune condizioni come la psoriasi, l’anemia emolitica e alcuni tumori, nonché l’esposizione prolungata al piombo, sono altri fattori di rischio per la gotta. I fattori di rischio modificabili, come il sovrappeso, la dieta e il consumo di alcol, hanno un ruolo significativo nell’insorgenza della malattia. Alcuni farmaci, come i diuretici, la levodopa per il morbo di Parkinson e i salicilati come l’aspirina, possono aumentare il rischio di iperuricemia.

Un trattamento adeguato e uno stile di vita migliorato possono prevenire efficacemente gli attacchi di gotta, riducendo il disagio e la frustrazione dei pazienti colpiti. I livelli di acido urico nel sangue possono aumentare anche in presenza di alcune malattie renali, assunzione di determinati farmaci, avvelenamento da piombo, insufficienza renale cronica e altre condizioni rare. La dieta a basso contenuto di purine può ridurre i livelli di acido urico, ma raramente è sufficiente per trattare la gotta in modo completo.

La gotta colpisce principalmente le articolazioni delle estremità, specialmente la base dell’alluce, causando podagra. Può interessare anche altre articolazioni come caviglie, collo del piede, ginocchia, polsi e gomiti, preferendo le zone fredde del corpo rispetto a quelle calde. Gli attacchi possono essere scatenati da lesioni, patologie, interventi chirurgici, inizio di farmaci specifici o consumo eccessivo di alcol e cibi ricchi di purine.

Sintomi della gotta

I sintomi più frequenti della gotta comprendono la comparsa improvvisa di un forte dolore all’articolazione, accompagnato da rossore, gonfiore e calore nella zona colpita. In alcuni casi, può anche verificarsi un aumento della sensibilità, rendendo persino insopportabile il contatto con una coperta sul piede. Occasionalmente, possono presentarsi febbre e stanchezza, ma raramente. Ripercorriamoli in modo dettagliato.

Sintomi comuni

  • Aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES), un indicatore di infiammazione nel corpo.
  • I calcoli renali, formazioni solide di cristalli di acido urico, possono verificarsi come complicanza della gotta.
  • Il tallone può essere interessato dai dolori, in quanto può essere colpito da infiammazioni legate alla gotta.
  • La mano e il polso possono anch’essi essere soggetti a dolore a causa dell’infiammazione articolare tipica della malattia.
  • La spalla è un’altra area del corpo in cui possono verificarsi dolori associati alla gotta.
  • I dolori articolari sono comuni nella gotta e possono colpire diverse articolazioni del corpo.
  • Un altro sintomo tipico è il gonfiore articolare, che può essere presente nelle aree colpite dalla malattia.
  • L’iperuricemia, ovvero livelli elevati di acido urico nel sangue, è un segno caratteristico della gotta.
  • La podagra è il termine usato per descrivere l’attacco acuto di gotta che colpisce l’articolazione dell’alluce.
  • La gotta è spesso associata a reumatismi, manifestati attraverso infiammazioni articolari.
  • I tofi sono formazioni solide di urati che possono svilupparsi sotto la pelle e verificarsi in diverse articolazioni come dita, mani, piedi, caviglie, causando danni articolari e deformità.
  • Una tumefazione dell’osso può essere osservata in alcuni casi di gotta, a causa dell’accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni.
  • Il versamento articolare, ovvero l’accumulo di liquido nelle articolazioni, è un altro sintomo caratteristico della gotta.

Sintomi meno comuni della gotta

  • Tra i sintomi più rari della gotta troviamo l’anchilosi, una condizione in cui le articolazioni diventano rigide e immobili.
  • I calcoli renali possono verificarsi come complicanza della gotta, provocando dolore e disturbi urinari.
  • Il ginocchio può essere coinvolto dai dolori legati alla gotta.
  • Il piede può manifestare dolore e infiammazione a causa della condizione.
  • L’eritromelalgia è una rara manifestazione della gotta, caratterizzata da arrossamento e calore intenso agli arti inferiori.
  • La febbre può essere presente in alcuni casi di gotta, indicando un’infiammazione più diffusa nel corpo.
  • Le gambe stanche e pesanti possono essere un sintomo correlato alla gotta, causato da problemi circolatori.
  • L’iperazotemia, ovvero livelli elevati di azoto nel sangue, può essere associata alla gotta.
  • La metatarsalgia è un sintomo raro della gotta, che provoca dolore nella zona dell’avampiede.

L’attacco di gotta colpisce principalmente l’alluce (ditone del piede) nella maggior parte dei casi, ma può coinvolgere anche altre articolazioni come collo del piede, caviglie, talloni, ginocchia, polsi, dita delle mani e gomiti. Questo attacco di solito si manifesta nelle ore notturne o al mattino, quando la stasi venosa è più accentuata e la temperatura corporea più bassa. La sua insorgenza è rapida e può durare da alcune ore a diversi giorni, mentre i sintomi possono persistere dai 3 ai 10 giorni.

Se non trattata, la gotta può ripresentarsi, magari con sintomi meno intensi, ma con una frequenza crescente degli episodi nel tempo. La progressione della malattia si divide in quattro fasi:

  1. Iperuricemia asintomatica, in cui si riscontrano elevati livelli di acido urico nel sangue senza presenza di sintomi.
  2. Attacco acuto di gotta, caratterizzato dalla comparsa dei sintomi infiammatori quando i livelli di acido urico superano una certa soglia e i cristalli si depositano nelle articolazioni.
  3. Gotta intervallare, fase in cui non si verificano sintomi tra un attacco e l’altro.
  4. Gotta tofacea, fase più grave che può verificarsi in assenza di trattamento in circa 10 anni, causando danni permanenti alle articolazioni e potenziali danni renali irreversibili.

I livelli elevati prolungati di acido urico possono provocare la formazione di tofi, depositi duri e dolorosi di cristalli di acido urico. Questi tofi possono formarsi su diverse articolazioni, come dita, mani, piedi, caviglie, e sebbene non causino direttamente dolore, possono contribuire a danni articolari e deformità permanenti. Inoltre, i cristalli di urato possono accumularsi anche nei reni e causare la formazione di calcoli renali.

FrequenzaSintomoDescrizione
Molto comuneDolore intenso articolareCrisi artritiche acute, spesso notturne, che colpiscono soprattutto l’alluce (“podagra”), ma anche caviglie, ginocchia, polsi e dita (ncbi.nlm.nih.gov, en.wikipedia.org).
Molto comuneGonfiore, calore, arrossamento e sensibilità al toccoL’articolazione è dolente, calda, arrossata e tenera, tanto da non tollerare il peso di un lenzuolo .
ComuneRigidità e limitazione funzionaleDopo l’attacco più acuto, permane disagio articolare con difficoltà di mobilità anche per giorni o settimane .
ComunePresenza di tofi (depositi di cristalli)Noduli duri sottocutanei tipici delle forme croniche, visibili su orecchie, mani, dita, tallone .
ComuneBrividi e febbre leggeraSegni generali come febbricola o brividi possono accompagnare l’infiammazione articolare .
Meno comunePrurito o sensazione di bruciore pre-attaccoAlcuni pazienti avvertono sintomi prodromici quali prurito, formicolii o calore nella zona interessata prima del dolore acuto .
RaroDepositi di tofi in sedi inusualiI cristalli possono localizzarsi in siti inconsueti come valvole cardiache, laringe, colonna vertebrale, nervo ulnare or cubitale .
RaroFormicolii, intorpidimento, compressione nervosaTophi possono comprimere nervi (es. ulnare), causando sintomi neurologici specifici .
RaroFebbre elevata o compromissione sistemicaIn casi gravi o bilaterali, può manifestarsi febbre più alta e condizione generale peggiorata (“malessere sistemico”) .

La gotta, se non controllata, può portare a gravi problemi di salute nel tempo. Tra le possibili complicazioni troviamo un aumento del rischio di sviluppare calcoli renali, che possono a loro volta favorire lo sviluppo di disturbi renali più seri e persino l’insufficienza renale. Inoltre, la gotta cronica provoca dolore persistente, che può impattare sulla capacità di svolgere normali attività quotidiane e portare allo sviluppo di problemi emotivi come la depressione. Recenti studi hanno anche evidenziato un aumento del rischio cardiovascolare, legato alle coronarie, nei pazienti affetti da gotta, probabilmente dovuto a uno stato infiammatorio che coinvolge anche il cuore e altri organi.

La diagnosi della gotta richiede un’attenta anamnesi e una visita medica dettagliata, seguita da un esame del sangue per misurare i livelli di acido urico. Poiché i valori possono variare durante l’episodio acuto e non esiste una soglia specifica oltre la quale si manifestano i sintomi, il solo esame del sangue non è sufficiente per una diagnosi certa.

In alcuni casi, il medico può prelevare un campione di liquido sinoviale dall’articolazione infiammata per analizzarlo al microscopio e confermare la presenza di cristalli di acido urico. Le radiografie, la risonanza magnetica e l’ecografia possono essere utili per valutare la presenza di tofi e i danni ossei dovuti alle infiammazioni.

Ci sono diversi approcci clinici, laboratoristici e strumentali, con l’obiettivo di confermare la presenza della malattia anche nei casi in cui i segni non siano immediatamente evidenti.

Il metodo considerato più affidabile (diagnosi “gold standard”) consiste nell’identificare i cristalli di urato monosodico (MSU) nel liquido sinoviale prelevato dall’articolazione infiammata tramite artrocentesi. L’osservazione viene eseguita con microscopio a luce polarizzata. La presenza di questi cristalli o di un tofo visibile è ritenuta sufficiente per la diagnosi, senza necessità di ulteriori indagini.

Gotta

Il riferimento diagnostico d’oro è il riscontro di cristalli di urato monosodico (MSU) nel liquido articolare ottenuto mediante artrocentesi e osservazione al microscopio a luce polarizzata

Nel caso in cui i cristalli non siano rilevati, si applicano i criteri classificativi ACR/EULAR 2015, basati su un sistema a punteggio. Per confermare la gotta, è necessario raggiungere almeno 8 punti complessivi. Il punteggio si ottiene valutando diversi fattori clinici e strumentali, tra cui:

  • Tipo di articolazioni coinvolte (es. alluce, caviglia, o più articolazioni)
  • Presenza di infiammazione locale (eritema, dolore marcato al tocco)
  • Decorso tipico degli episodi (comparsa rapida del dolore e risoluzione entro 14 giorni)
  • Presenza clinica di tofi
  • Livelli di acido urico nel sangue
  • Risultati dell’analisi del liquido sinoviale
  • Evidenze da tecniche di imaging (ecografia, DECT, radiografie)

Questo sistema si è dimostrato efficace nell’identificare la malattia anche in contesti clinici complessi o ambigui. Un altro strumento utile, soprattutto nei contesti di emergenza come il pronto soccorso, è la cosiddetta “Acute Gout Diagnosis Rule“, una regola clinica rapida che, basandosi sull’anamnesi e sui segni articolari, aiuta a stabilire se procedere con esami più approfonditi.

Tra gli esami di laboratorio, il dosaggio dell’uricemia può supportare la diagnosi, anche se va tenuto presente che i livelli di acido urico possono risultare normali durante una crisi acuta. Per questo motivo si consiglia di ripetere l’esame almeno 4 settimane dopo la fase infiammatoria.

Infine, le tecniche di imaging – in particolare l’ecografia articolare e la tomografia a doppia energia (DECT) – possono individuare caratteristiche tipiche della gotta, come il “double contour sign”, depositi di urato o erosioni ossee, e contribuiscono significativamente alla valutazione diagnostica.

DominioCondizione/ElementoPunti
SufficienteMSU nel liquido sinoviale o tofo visibile— (diagnosi diretta)
Coinvolgimento articolare1° MTP (podagra)2
Caviglia o medio-piede (mono/oligo)1
Altre articolazioni o poliartrite0
Segni infiammatoriEritema/dolore al tocco/grande difficoltà a camminare0–3 (1 per ogni segno)
Decorso della crisiDolore massimale < 24 h, risoluzione ≤ 14 gg, completa remissione tra episodi0–2 (1 per episodio tipico singolo, 2 per recidiva tipica)
Tofo clinicoPresenza documentata (es. nodulo con cristalli vista o palpazione)4
Uricemia (urato)< 4 mg/dL: −4;

4‑<6: 0;

6‑<8: +2;

8‑<10: +3;

≥ 10: +4

−4 to +4
Esame liquido sinovialeMSU negativo: −2;

non eseguito: 0

−2 or 0
Imaging – deposito uratoEcografia (double-contour) o DECT4
Imaging – erosioniErosioni alla radiografia mani/piedi4

Il trattamento della gotta mira a alleviare il dolore durante gli attacchi acuti, ridurre l’infiammazione alle articolazioni e prevenire nuovi attacchi diminuendo i livelli di acido urico nel sangue. Durante un episodio acuto, si possono utilizzare farmaci antinfiammatori, come l’indometacina o il diclofenac, e paracetamolo. L’aspirina va evitata poiché può ostacolare l’eliminazione dell’acido urico dai reni. In alternativa, può essere prescritto il cortisone, da assumere per via orale o iniezione intra-articolare. La colchicina è un altro farmaco efficace per ridurre il gonfiore e il dolore durante un attacco acuto, specialmente se assunto entro dodici ore dall’inizio dei sintomi.

Tra le prime strategie da adottare in caso di crisi gottosa, rientrano il riposo dell’articolazione colpita e l’applicazione di impacchi freddi nelle prime 24–48 ore, utili per contenere dolore e infiammazione. Parallelamente, è fondamentale intervenire sulle abitudini di vita, incentivando il controllo del peso corporeo e la moderazione nel consumo di alcolici, bevande zuccherate e alimenti ricchi di purine, per ridurre il rischio di nuovi attacchi.

ObiettivoIntervento
Gestione acutaFANS, colchicina low‑dose, glucocorticoidi, ghiaccio
Prevenzione (ULT)Allopurinolo, febuxostat, probenecid, pegloticase
Protezione profilatticaColchicina/FANS/corticoidi per 3–6 mesi dopo ULT
Stile di vitaDieta a basso contenuto di purine, limitazione alcol/fibra, peso
Terapia add-on (refrattari)Inibitori IL‑1, uricasi PEGili, integratori fitoterapici

Per curare la gotta, è possibile prescrivere farmaci specifici per ridurre i livelli di acido urico nel sangue, come l’allopurinolo, ma la sua somministrazione durante l’attacco acuto può variare tra gli specialisti. La gestione della gotta richiede anche modifiche dello stile di vita, come una dieta adeguata e l’evitare l’eccessivo consumo di alcolici.

  1. La ricerca sta portando avanti strategie innovative per migliorare il trattamento della gotta, soprattutto nei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali.
  2. I biologici di nuova generazione, come la combinazione SEL‑212 (uricasi + immunomodulatore), mirano a prolungare l’efficacia terapeutica riducendo la produzione di anticorpi contro il farmaco.
  3. Gli inibitori mirati dell’infiammazione, in particolare quelli contro l’interleuchina-1, offrono opzioni alternative in caso di intolleranza ai trattamenti standard.
  4. La fitoterapia sta emergendo come supporto complementare: alcuni estratti vegetali, come quelli del Citrullus colocynthis o dello zenzero, mostrano potenziali effetti antinfiammatori e ipouricemizzanti.
  5. Gli approcci integrativi, che combinano farmaci a basso dosaggio, dieta personalizzata e modifiche comportamentali, si stanno rivelando promettenti per migliorare l’adesione alla terapia e i risultati a lungo termine.
CategoriaInterventoIndicazione
Non farmacologiciRiposo articolare + impacchi freddiRiduzione di gonfiore e dolore nelle prime 24–48 h (academic.oup.com, hopkinsarthritis.org)
Modifiche dello stile di vita: peso, alcol, soda, purineMigliorano uricemia e diminuiscono la frequenza degli attacchi
Idratazione + esercizio moderatoSupportano il controllo del peso e del metabolismo; favoriscono escrezione di urati
Farmacologici – gest. crisi acutaFANS (es. ibuprofene, naprossene, indometacina, celecoxib)Efficaci se iniziati entro 24–48 h; durata tipica 5–7 giorni
Colchicina (dose bassa)Riduce il rischio di effetti collaterali gastrointestinali
Glucocorticoidi (orale/intra-articolare)Alternativa nei casi con controindicazioni a FANS/colchicina
Inibitori IL‑1 (canakinumab, anakinra)Utili nei pazienti refrattari, ma limitati da costi ed effetti avversi
Farmacologici – ULT (preventivo)Allopurinolo (xantin-ossidasi)Prima scelta; titolazione fino a uricemia < 6 mg/dL
FebuxostatAlternativa in caso di intolleranza allopurinolo; prudenza con rischio cardiovascolare
Probenecid (uricosurico)Indicato se funzione renale preservata; non usarlo in caso di calcolosi
Benzbromarone (uricosurico non competitivo)Efficace se gli altri ULT non funzionano; non disponibile ovunque
Pegloticase (uricasi IV)Riservato a forme gravi/refrattarie con tofi; infusione bi-settimanale
SEL‑212 (pegadricase + nanoparticelle immuno‑tolleranti)Novità sperimentale; infusioni mensili in pazienti refrattari
Profilassi post-ULTColchicina o FANS o steroidi per 3–6 mesiPreviene le riacutizzazioni durante l’avvio della terapia


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