Cos'è la febbre reumatica: cause, sintomi, diagnosi e trattamenti. Guida completa su questa malattia infiammatoria che può colpire cuore, articolazioni e sistema nervoso

La febbre reumatica, conosciuta anche come reumatismo articolare acuto, è un disturbo infiammatorio che insorge come esito anomalo di un’infezione faringea provocata dal batterio Streptococcus pyogenes, appartenente al gruppo A degli streptococchi beta-emolitici. Non è l’infezione in sé a determinare la malattia, bensì una reazione immunitaria alterata che si manifesta solo in individui predisposti.

Sebbene le infezioni alla gola di origine streptococcica siano comuni, soltanto una parte ristretta della popolazione sviluppa questa complicanza. Nei Paesi sviluppati, come l’Italia, l’uso diffuso di antibiotici ha ridotto in modo significativo i casi, mentre la malattia resta presente in contesti dove le condizioni igieniche sono scarse.

Sintomi febbre reumatica

La febbre reumatica è una condizione prevenibile e curabile, ma può comportare complicanze serie, soprattutto a livello cardiaco, se non trattata in modo adeguato e tempestivo. Il riconoscimento precoce dei sintomi, insieme a una gestione terapeutica accurata e alla profilassi antibiotica, rappresentano strumenti essenziali per migliorare la prognosi e ridurre il rischio di conseguenze a lungo termine

Chi Colpisce e Come si Presenta

La febbre reumatica colpisce principalmente bambini e ragazzi tra i 5 e i 15 anni, con una distribuzione uniforme tra maschi e femmine. Tra i sintomi tipici si riscontrano febbre e artrite temporanea, con dolori e gonfiori alle articolazioni più grandi come ginocchia e caviglie. Nei casi più severi può manifestarsi una infiammazione del cuore, chiamata cardite reumatica, oppure sintomi a carico del sistema nervoso, come la corea di Sydenham, che comporta movimenti involontari e scoordinati. Possono inoltre comparire manifestazioni cutanee, come eruzioni o piccoli noduli sotto la pelle, e sintomi generici quali affaticamento e mancanza di appetito.

La causa della febbre reumatica risiede in un’errata risposta del sistema immunitario in seguito a un’infezione alla gola da streptococco di gruppo A. Nei soggetti geneticamente predisposti, gli anticorpi prodotti contro il batterio finiscono per attaccare erroneamente tessuti dell’organismo, tra cui articolazioni, valvole cardiache e alcune aree cerebrali. Questo processo, definito autoimmune, rappresenta il cuore del danno infiammatorio della malattia. Fattori come ambienti sovraffollati o con condizioni igieniche scadenti, insieme a una suscettibilità genetica, aumentano il rischio di sviluppare la patologia.

Sintomi Principali

La comparsa dei sintomi si verifica in genere dopo due-cinque settimane l’insorgenza dell’infezione alla gola. Tra i segni clinici più frequenti si includono:

  • Febbre di grado variabile.
  • Artrite migrante, che coinvolge in modo alternato le articolazioni come ginocchia, caviglie e polsi.
  • Cardite, con sintomi quali dolore toracico, battito accelerato o, nei casi più gravi, insufficienza cardiaca.
  • Corea di Sydenham, con movimenti involontari che possono durare anche mesi.
  • Lesioni cutanee come eritema marginato e noduli sottocutanei.
  • Altri sintomi come stanchezza, dolori addominali e perdita di peso.

Ecco una tabella complessiva e dettagliata dei sintomi della febbre reumatica, unificata e organizzata per sistemi corporei coinvolti, con indicazione della frequenza, delle fasce d’età più colpite, e di eventuali caratteristiche specifiche. Considera che negli adulti è una condizione rara, spesso si manifesta come recidiva.

Sistema/Organo InteressatoSintomoDescrizioneFrequenza StimataFascia d’Età più ColpitaNote Cliniche
ArticolazioniArtrite migranteDolore e gonfiore che migrano da un’articolazione all’altra60–80% dei casi5–15 anniColpisce grandi articolazioni (ginocchia, caviglie, gomiti, polsi); non lascia esiti permanenti
CuoreCardite reumaticaInfiammazione che può colpire pericardio, miocardio o valvole cardiache30–60% dei casiTutte (più grave in adolescenti e adulti giovani)Può provocare soffi cardiaci, insufficienza mitralica, pericardite o insufficienza cardiaca
Sistema nervoso centraleCorea di SydenhamMovimenti involontari, scoordinati di volto, braccia e gambe10–30% dei casi5–15 anni (più comune nelle femmine)Peggiora con stress; tende a risolversi spontaneamente ma può durare mesi
CuteEritema marginatoEruzione cutanea a forma di anello, non pruriginosa, spesso sul tronco<5% dei casiEtà pediatricaTransitoria; difficile da osservare perché poco visibile e fugace
Noduli sottocutaneiNoduli duri, mobili e indolori su superfici estensorie<5% dei casiEtà scolareAssociati a cardite grave; localizzati su gomiti, ginocchia, caviglia, colonna
Sistema generaleFebbreTemperatura elevata, spesso superiore a 38°CMolto comune (>80%)TutteSintomo iniziale; può essere intermittente o persistente
Astenia (stanchezza)Sensazione di debolezza e spossatezza generaleComuneTutteSi associa spesso a febbre e infiammazione sistemica
Anoressia (perdita di appetito)Riduzione dell’interesse per il ciboFrequenteEtà pediatricaContribuisce a calo ponderale nei bambini
Dolore addominaleFastidio localizzato, spesso confuso con altre patologieVariabileBambiniPuò simulare appendicite o altri dolori viscerali
Perdita di pesoRiduzione del peso corporeo per inappetenza e infiammazionePossibileTutteDi solito lieve e transitoria

📌 Nota bene: guardando la tabella in alto tieni presente che:

  1. La presentazione clinica varia in base all’individuo e al coinvolgimento d’organo.
  2. I sintomi maggiori secondo i criteri diagnostici di Jones includono: artrite, cardite, corea, eritema marginato e noduli sottocutanei.
  3. I sintomi minori comprendono: febbre, dolori articolari lievi, alterazioni ECG, indici di infiammazione elevati (VES, PCR).
  4. Le complicanze più gravi sono di tipo cardiaco, soprattutto nei casi non trattati o non diagnosticati precocemente.

La cardite reumatica, quando la febbre può colpire il cuore

La cardite reumatica e l’infiammazione delle valvole cardiache (valvulite) possono, in alcuni casi, risolversi spontaneamente, ma spesso tendono a determinare nel tempo un’alterazione strutturale delle valvole, con un’evoluzione lenta e progressiva. La lesione tipica di questa malattia consiste in una reazione infiammatoria di tipo granulomatoso, localizzata intorno ai vasi sanguigni, associata a vasculite.

Durante la fase acuta della febbre reumatica, le valvole cardiache possono essere direttamente aggredite. La valvola mitrale è la più frequentemente coinvolta, con una percentuale compresa tra il 75% e l’80% dei casi; segue la valvola aortica, colpita nel 30% circa dei pazienti. Le valvole tricuspide e polmonare sono invece interessate in meno del 5% dei casi.

La cardiopatia reumatica cronica rappresenta una delle conseguenze più gravi della febbre reumatica, dovuta a uno o più episodi della malattia. Questa condizione comporta ispessimento, deformazione e irrigidimento delle valvole, fusione delle commissure valvolari e alterazioni delle corde tendinee, con comparsa di stenosi (restringimento del passaggio valvolare), insufficienza (chiusura imperfetta) o, frequentemente, di entrambe.

Nel contesto cronico, la sola valvola mitrale risulta interessata nel 50-60% dei casi, mentre lesioni combinate mitraliche e aortiche sono riscontrate nel 20%. Le alterazioni isolate della valvola aortica sono meno comuni. La valvola tricuspide viene colpita in circa il 10% dei casi, ma quasi esclusivamente quando sono già presenti lesioni mitraliche o aortiche. Il coinvolgimento della valvola polmonare è eccezionale e si osserva solo nei quadri avanzati e duraturi della malattia.

La cardite reumatica si manifesta più frequentemente nei bambini e negli adolescenti. Un trattamento tempestivo delle infezioni faringee da streptococco, tramite antibiotici come la penicillina, è in grado di prevenire l’insorgenza dell’episodio iniziale. Nei bambini, tale episodio può protrarsi per diversi mesi, mentre negli adulti tende a durare settimane. La mortalità immediata legata alla febbre reumatica è stimata tra l’1% e il 2%.

Una cardite reumatica persistente, associata a ingrossamento del cuore (cardiomegalia), scompenso cardiaco e infiammazione del pericardio, è considerata un fattore prognostico sfavorevole. Nei Paesi a basso reddito, la febbre reumatica si manifesta in età più precoce e tende a recidivare più spesso, con un’evoluzione più rapida verso la valvulopatia cronica.

Diagnosi Febbre reumatica: Un Percorso Clinico

Non esiste un test univoco per confermare la febbre reumatica, per cui la diagnosi si basa su un insieme di valutazioni cliniche e sull’applicazione dei cosiddetti criteri di Jones rivisitati. Questi prevedono la presenza di segni principali (come cardite, artrite, corea, eritema marginato e noduli cutanei) e secondari (febbre, dolori articolari lievi, alterazioni all’ECG, marcatori infiammatori elevati). Sono enunciati nella tabella proposta in alto.

Per confermare la diagnosi, è necessario rilevare almeno due criteri maggiori, oppure uno maggiore e due minori, in combinazione con prove di recente infezione streptococcica, quali tampone faringeo positivo o livelli aumentati di anticorpi antistreptolisinici (TAS). Esami del sangue (VES, PCR) e strumenti diagnostici come ECG ed ecocardiogramma completano il quadro.

Nella diagnosi e nel monitoraggio della febbre reumatica, anche altri esami di laboratorio rivestono un ruolo importante, sebbene presentino alcune limitazioni. Come accade in molte altre patologie reumatiche, i segni di infiammazione sistemica — come l’aumento degli indici infiammatori nel sangue — sono presenti nella maggior parte dei pazienti, ad eccezione di coloro che manifestano esclusivamente la corea di Sydenham.

Nella fase iniziale della malattia, spesso non si osservano più i sintomi dell’infezione faringea, poiché lo streptococco responsabile viene già eliminato dal sistema immunitario prima della comparsa dei segni clinici della febbre reumatica. Per rilevare un’eventuale esposizione al batterio, si ricorre ad alcuni esami del sangue che misurano i livelli degli anticorpi specifici prodotti dall’organismo: in particolare, il titolo antistreptolisinico (ASO) e la DNasi B. Un aumento di questi valori, riscontrabile tramite due prelievi a distanza di 2-4 settimane, suggerisce un’infezione recente da streptococco beta-emolitico di gruppo A.

Va precisato che questi test non permettono di stabilire la gravità della malattia e possono risultare normali nei casi in cui la febbre reumatica si presenti unicamente con sintomi neurologici (corea), rendendo quindi la diagnosi più difficile.

Infine, è importante sottolineare che valori alterati degli anticorpi ASO o DNasi B indicano solo un’esposizione pregressa al batterio e, in assenza di sintomi clinici tipici della febbre reumatica, non giustificano da soli la prescrizione di una terapia antibiotica.

Trattamento e Cura della febbre reumatica

La gestione terapeutica della febbre reumatica si fonda su tre pilastri: l’eradicazione del batterio, il controllo dell’infiammazione e la prevenzione delle recidive. L’infezione viene trattata con antibiotici, solitamente penicillina. Per contenere il dolore e l’infiammazione articolare si usano antinfiammatori non steroidei (FANS) o salicilati come l’aspirina. Nei pazienti con coinvolgimento cardiaco grave, possono essere indicati corticosteroidi come il prednisone. Per i casi con corea di Sydenham si valutano terapie con farmaci anticonvulsivanti. Il riposo, soprattutto in presenza di sintomi cardiaci, è consigliato per facilitare la guarigione.

L’uso della penicillina rappresenta il principale strumento terapeutico per eliminare il batterio responsabile e per attuare una prevenzione efficace delle recidive. Per il controllo dei disturbi articolari, la prima scelta terapeutica ricade sugli antinfiammatori, mentre i corticosteroidi trovano indicazione nei casi più severi, in particolare quando vi è un interessamento del cuore. I farmaci utilizzati per gestire la corea di Sydenham sono impiegati soltanto nelle forme clinicamente rilevanti o invalidanti. Infine, la profilassi antibiotica a lungo termine riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione delle ricadute e nella protezione da possibili danni permanenti a carico del cuore.

💊 Trattamenti Farmacologici:

Classe FarmacoPrincipio AttivoIndicazioneModalità di SomministrazioneNote Cliniche
AntibioticiPenicillina G benzatinicaEradicazione dello streptococco di gruppo AIntramuscolare, singola dose o cicli periodiciFondamentale per prevenzione primaria e secondaria
AmoxicillinaAlternativa orale per infezione faringea streptococcicaOrale, 10 giorniPreferita in età pediatrica per buona tollerabilità
Eritromicina o AzitromicinaIn caso di allergia alla penicillinaOraleMacrolidi usati come seconda linea
Antinfiammatori non steroideiAcido acetilsalicilico (Aspirina)Trattamento dell’artrite e della febbreOrale, in dosi suddivise giornaliereRiduce dolore e infiammazione articolare; monitorare rischio gastrointestinale
NaprosseneAlternativa alla aspirinaOraleUtile nei pazienti con tolleranza migliore ai FANS moderni
CorticosteroidiPrednisoneCardite reumatica moderata o graveOrale o endovenosa a seconda della gravitàIndicato quando la cardite non risponde ai FANS
Anticonvulsivanti / SedativiAcido valproico, CarbamazepinaCorea di Sydenham con movimenti disturbantiOraleSolo nei casi severi; sintomi spesso si risolvono spontaneamente
DiazepamSupporto per movimenti coreiciOrale o endovenosoEffetto rilassante muscolare, usato in fase acuta

🛌 Trattamenti Non Farmacologici:

Tipo di InterventoIndicazioneModalità / DurataNote Cliniche
Riposo assolutoPresenza di cardite o febbreA letto per diverse settimaneFondamentale per ridurre stress cardiaco e favorire la guarigione
Follow-up cardiologicoControllo di eventuali danni alle valvole cardiacheVisite periodiche, ECG, ecocardiogrammaNecessario per pazienti con coinvolgimento cardiaco anche dopo la fase acuta
Profilassi antibiotica a lungo terminePrevenzione delle recidivePenicillina G benzatinica i.m. ogni 3–4 settimaneDurata: da 5 anni fino a età adulta, variabile in base a danni cardiaci presenti
Educazione e igienePrevenzione primaria dell’infezione streptococcicaBuone pratiche igienico-sanitarieRiduce il rischio di reinfezioni, soprattutto in ambienti ad alta densità

La prevenzione si articola in due livelli. Il primo, detto prevenzione primaria, consiste nel trattamento tempestivo delle infezioni alla gola causate da streptococco, mediante terapia antibiotica, riducendo così il rischio di evoluzione in febbre reumatica. La prevenzione secondaria si rivolge a chi ha già avuto la malattia e mira a evitare nuove infezioni, attraverso la somministrazione regolare di antibiotici (come penicillina intramuscolare ogni 3-4 settimane). La durata della profilassi varia in funzione della gravità del quadro clinico e può estendersi fino all’età adulta nei pazienti con danni cardiaci residui.

La prognosi dipende fortemente dalla rapidità con cui viene diagnosticata e trattata la malattia. Nella maggior parte dei casi, se affrontata precocemente, la guarigione è completa e senza esiti permanenti. Tuttavia, in presenza di cardite, possono insorgere danni duraturi alle valvole del cuore, come la stenosi o l’insufficienza mitralica, che potrebbero manifestarsi anche anni dopo con complicazioni cardiache importanti. La corea solitamente regredisce senza lasciare segni, mentre l’artrite non comporta danni irreversibili. Le ricadute sono più comuni nei soggetti che non seguono con costanza la profilassi antibiotica.

Diffusione e Impatto Globale. Nei Paesi industrializzati, la febbre reumatica è fortunatamente un evento raro, con un tasso di incidenza di circa 1 caso ogni 100.000 abitanti. Al contrario, è ancora diffusa in zone del mondo con condizioni sanitarie precarie, come alcune regioni dell’Africa, del Medio Oriente e dell’America Latina, dove si stimano circa mezzo milione di nuovi casi ogni anno. La combinazione tra fattori genetici predisponenti e condizioni ambientali sfavorevoli contribuisce alla maggiore incidenza in questi contesti.



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