Il raffreddore nelle sue diverse forme rappresenta un disturbo comune ma complesso, con cause che spaziano da infezioni virali ad allergie, fino a fattori ambientali o uso improprio di farmaci

Il raffreddore è una patologia infettiva di origine virale che interessa principalmente le vie aeree superiori, in particolare la cavità nasale e la gola. Pur trattandosi di una condizione generalmente lieve, è estremamente diffusa in tutto il mondo e può compromettere temporaneamente il benessere e la produttività della persona colpita.

La distinzione tra raffreddore e rinite si basa principalmente sulla causa, sulla durata e sulla natura dei sintomi. Sebbene entrambe le condizioni interessino le vie respiratorie superiori e presentino manifestazioni simili, come il naso che cola e la congestione nasale, si tratta di disturbi diversi.

Raffreddore comune

Il raffreddore comune, o rinosinusite virale, è un’infezione virale che colpisce naso e seni paranasali, con sintomi come congestione nasale, secrezioni limpide, lacrimazione, cefalea e, in alcuni casi, febbre lieve. È causato da oltre 200 virus, favoriti da condizioni di freddo

Il raffreddore è un’infezione virale acuta, provocata da virus respiratori come i rhinovirus o i coronavirus. Si manifesta con mal di gola, starnuti, ostruzione e secrezione nasale, tosse, lieve rialzo febbrile e senso di malessere. Ha una durata limitata, in genere tra i sette e i dieci giorni, ed è più comune nei mesi freddi. Essendo altamente contagioso, si trasmette facilmente per via aerea o attraverso il contatto diretto con persone infette.

La rinite, invece, è un’infiammazione della mucosa nasale che può derivare da allergeni, da sostanze irritanti o, meno frequentemente, da virus. A seconda della causa, si distinguono rinite allergica, rinite non allergica e rinite virale. I sintomi più comuni comprendono starnuti ricorrenti, prurito nasale, lacrimazione, naso che cola e congestione. La rinite allergica può essere cronica o manifestarsi solo in determinati periodi dell’anno, mentre le forme non allergiche dipendono da fattori ambientali. A differenza del raffreddore, la rinite non è contagiosa, eccetto nei casi di origine virale.

AspettoRaffreddoreRinite
OrigineViraleAllergica, irritativa o virale
Durata7-10 giorniStagionale o persistente
FebbrePossibileRara
ContagiositàNo (tranne rinite virale)
StagionalitàAutunno-invernoTutto l’anno o stagionale
Sintomi oculariRariSpesso presenti (lacrimazione, prurito)
Malessere generaleFrequenteIn genere assente

Il raffreddore è causato da un’infezione virale acuta, tra i più frequenti si trovano i rhinovirus, ma anche i coronavirus, gli adenovirus e altri virus meno comuni possono essere coinvolti. Il contagio avviene prevalentemente per via aerogena, attraverso particelle microscopiche diffuse nell’aria da starnuti, colpi di tosse o anche semplici conversazioni ravvicinate. In aggiunta, il contatto diretto con oggetti contaminati (come maniglie, fazzoletti o telefoni) seguito dal tocco di naso, bocca o occhi rappresenta un altro veicolo di trasmissione importante.

Manifestazioni cliniche e sintomi

I sintomi tipici iniziano solitamente tra 24 e 72 ore dopo l’esposizione al virus. Il quadro clinico è caratterizzato da:

  • Irritazione alla gola nelle fasi iniziali
  • Naso che gocciola (rinorrea) e sensazione di chiusura nasale
  • Ripetuti starnuti
  • Tosse lieve o moderata
  • Sensazione di spossatezza generale
  • Mal di testa
  • Febbre di modesta entità, soprattutto nei soggetti in età pediatrica

Con il passare dei giorni, le secrezioni nasali tendono a diventare più dense e assumere una colorazione giallastra o verdognola. Questo cambiamento non implica automaticamente la presenza di un’infezione batterica secondaria.

Evoluzione della malattia e possibili complicanze

La durata dell’infezione è in genere contenuta: nella maggior parte dei casi, la sintomatologia si risolve spontaneamente in una settimana o poco più. In alcune situazioni, soprattutto nei bambini o nei soggetti predisposti, la tosse può persistere fino a due settimane. Sebbene raramente, il raffreddore può sfociare in complicanze come infiammazioni dei seni paranasali (sinusite), otiti medie, oppure, nei casi più delicati, infezioni delle vie respiratorie inferiori, come la bronchite o la polmonite.

Il riconoscimento del raffreddore si basa esclusivamente sulla valutazione dei sintomi riferiti dal paziente. In condizioni normali, non sono necessari esami di laboratorio o strumentali. Qualora si presentino segnali di allarme come febbre alta persistente, respiro affannoso, dolore toracico o eruzioni cutanee, è fondamentale escludere patologie di natura più seria tramite approfondimenti medici.

Sebbene il raffreddore sia una patologia generalmente innocua e autolimitante, rimane tra le cause più frequenti di assenze scolastiche e lavorative. Una buona prevenzione e una corretta gestione dei sintomi permettono di affrontare la malattia con efficacia, riducendo i disagi e il rischio di complicazioni. In caso di sintomi persistenti o atipici, è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico di fiducia per una valutazione approfondita.

Trattandosi di una patologia contagiosa, soprattutto nelle prime giornate di malattia, è essenziale adottare misure preventive efficaci per limitare la diffusione del virus. Tra le principali raccomandazioni:

  1. Igiene frequente delle mani, soprattutto dopo aver toccato superfici in luoghi pubblici
  2. Evitare il contatto diretto con persone sintomatiche
  3. Non portare le mani al viso, in particolare a occhi, naso e bocca, se non pulite
  4. Coprirsi con un fazzoletto o l’incavo del gomito durante starnuti o colpi di tosse
  5. Queste semplici azioni, se eseguite con costanza, possono ridurre sensibilmente il rischio di trasmissione.

Attualmente non esiste una terapia antivirale mirata contro il raffreddore. Il trattamento consiste nell’alleviare i sintomi per migliorare il comfort del paziente durante la fase acuta. Le misure consigliate comprendono:

  1. Riposo e idratazione abbondante per sostenere l’organismo
  2. Somministrazione di farmaci antipiretici e antidolorifici (come il paracetamolo) in caso di febbre o dolori muscolari
  3. Decongestionanti nasali per ridurre l’ostruzione, da usare con moderazione e per periodi limitati
  4. Soluzioni saline o aerosol per favorire la fluidificazione del muco

L’impiego di antibiotici è sconsigliato in assenza di complicazioni batteriche accertate, poiché questi farmaci non hanno effetto sui virus e il loro uso improprio può favorire l’antibiotico-resistenza.

La rinite non allergica può derivare da infezioni virali, come il comune raffreddore, o da irritanti ambientali, come fumo o aria secca. Il naso, essendo la porta d’ingresso delle vie respiratorie superiori, è particolarmente vulnerabile a questi agenti. Questa forma di rinite si divide in diverse sottocategorie, ciascuna con peculiarità specifiche.

La rinite virale acuta, quella che spesso è associata al raffreddore, è causata da virus comuni come i rinovirus. I sintomi includono secrezioni nasali, starnuti, congestione, gocciolamento retronasale, tosse e, in alcuni casi, una leggera febbre. I decongestionanti, come spray nasali a base di ossimetazolina o fenilefrina, o compresse di pseudoefedrina, possono alleviare l’ostruzione nasale, ma gli spray non vanno usati per più di tre giorni per evitare la congestione di rimbalzo, un peggioramento dei sintomi al termine dell’effetto del farmaco. Gli antistaminici orali o nasali possono ridurre la rinorrea, ma alcuni causano sonnolenza. Gli antibiotici non sono efficaci contro i virus e non trovano impiego in questa forma di rinite.

Raffreddore

Raffreddore

La rinite cronica è spesso un’estensione di un’infiammazione o infezione virale, ma può essere legata a condizioni più rare come sifilide, tubercolosi o altre malattie che causano lesioni infiammatorie (granulomi) e danni a tessuti molli, cartilagine e ossa. Fattori come aria secca o irritanti ambientali possono aggravarla. I sintomi principali sono ostruzione nasale persistente, formazione di croste, epistassi frequenti e secrezioni dense e maleodoranti. I decongestionanti offrono un sollievo temporaneo, ma è fondamentale identificare eventuali infezioni sottostanti tramite colture microbiologiche. In casi persistenti, una biopsia può essere necessaria per escludere tumori.

Ecco un quadro sinottico del raffreddore:

RaffreddoriContenuto
DefinizioneInfezione virale acuta che colpisce le vie respiratorie superiori, soprattutto naso e gola.
Agente eziologicoPrincipalmente rhinovirus, ma anche coronavirus, adenovirus, parainfluenzali, ecc.
Modalità di trasmissioneVia aerea (goccioline respiratorie)

Contatto con superfici contaminate e successivo tocco di naso, bocca, occhi

Fattori di rischioEtà pediatrica

Immunodepressione

Ambienti affollati

Fumo attivo/passivo

Stress, mancanza di sonno

Sintomi principaliMal di gola

Naso che cola o chiuso

Starnuti

Tosse leggera

Malessere e cefalea

Febbre bassa (soprattutto nei bambini)

Evoluzione dei sintomiSecrezioni inizialmente chiare, poi più dense (gialle o verdi)

Miglioramento spontaneo entro 7-10 giorni

Durata mediaGeneralmente 7–10 giorni; la tosse può durare anche fino a 14 giorni
Complicazioni possibiliSinusite

Otite media

Bronchite o infezioni polmonari nei soggetti fragili

DiagnosiClinica, basata sui sintomi. Esami strumentali non necessari, salvo sospetto di patologie più gravi
PrevenzioneLavarsi spesso le mani

Evitare il contatto stretto con persone infette

Igiene respiratoria (starnuti nel gomito o fazzoletto)

Non toccarsi il viso

Trattamento sintomaticoRiposo e buona idratazione

Paracetamolo o FANS per febbre e dolori

Decongestionanti nasali (uso limitato)

Soluzioni saline o aerosol

Uso di antibioticiNon indicato, salvo sovrainfezioni batteriche documentate
Differenza con influenzaL’influenza causa febbre alta, dolori muscolari intensi, debolezza marcata

Il raffreddore è più lieve e localizzato a naso e gola

Ruolo del sistema immunitarioI sintomi derivano dalla risposta immunitaria al virus; il muco aiuta a espellere gli agenti patogeni
Falsi miti comuniIl freddo non causa il raffreddore

Il colore del muco non indica batteri

Gli antibiotici non curano i virus

Rimedi naturali e complementariTisane calde, miele, zenzero

Inalazioni di vapore

Vitamina C e zinco: utilità controversa, se usati ai primi sintomi

Impatto sociale ed economicoElevato tasso di assenze scolastiche e lavorative

Costi indiretti per acquisto farmaci da banco

Maggior carico per i servizi sanitari invernali

Negli ultimi mesi, le ricerche scientifiche hanno portato alla luce nuove informazioni sul raffreddore comune, contribuendo ad approfondire la comprensione delle sue cause, delle possibili cure e delle misure di prevenzione.

Uno studio condotto dall’Università di Washington ha messo in evidenza la capacità del rhinovirus, principale responsabile del raffreddore, di diffondersi efficacemente nell’uomo grazie alla coesistenza di numerose varianti genetiche. Questa varietà virale ostacola la formazione di una memoria immunitaria efficace e duratura, spiegando perché si tende a contrarre il raffreddore più volte nel corso della vita.

Sul fronte terapeutico, sperimentazioni recenti hanno dimostrato l’efficacia del composto Biovanta, sviluppato da Applied Biological Laboratories, nel ridurre rapidamente i sintomi. Questo trattamento agisce rafforzando la barriera delle vie aeree superiori e limitando l’infiammazione, offrendo una potenziale innovazione per la gestione del malessere.

Nel contesto pediatrico, una ricerca dell’Università di Edimburgo ha mostrato che le soluzioni saline nasali possono abbreviare la durata della malattia nei bambini e contenere la diffusione all’interno del nucleo familiare, proponendo una strategia semplice e poco costosa.

Parallelamente, una revisione della Cochrane Collaboration ha valutato l’impiego dello zinco nella cura del raffreddore, concludendo che le prove disponibili non sono ancora sufficienti per consigliarne l’uso in modo sistematico, poiché gli studi condotti finora hanno prodotto risultati contrastanti.

Alcune indagini sperimentali, condotte su modelli animali, hanno inoltre suggerito che l’esposizione al freddo può indebolire le difese immunitarie a livello delle vie nasali, favorendo così la replicazione virale. Questo potrebbe spiegare la maggiore incidenza del raffreddore durante la stagione invernale.

Un’analisi epidemiologica svolta in Australia ha evidenziato che il rhinovirus è stato il principale agente virale responsabile delle infezioni respiratorie tra il 2023 e il 2024, superando altri patogeni noti come il virus respiratorio sinciziale (RSV) e il SARS-CoV-2. Questo conferma il ruolo dominante del rhinovirus nella diffusione delle infezioni respiratorie comuni.

Infine, un aggiornamento normativo importante arriva dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, che ha dichiarato l’inefficacia della fenilefrina – un decongestionante ampiamente utilizzato – nel trattamento della congestione nasale, suggerendo possibili cambiamenti nelle formulazioni di molti medicinali da banco.

Nel complesso, queste nuove evidenze sottolineano quanto sia fondamentale affidarsi alla ricerca scientifica per migliorare l’approccio alla prevenzione e al trattamento del raffreddore, puntando su strategie validate e aggiornate.



Come riconoscere l'infezione da Coronavirus, la COVID-19 e le sue mutazioni più recenti da Omicron in poi.