Sintomi della rosolia, inclusi quelli rari, e le patologie correlate, dirette e indirette. Informazioni utili per riconoscere la malattia e prevenirne le complicanze
La rosolia, conosciuta anche come “morbillo tedesco“, è una malattia di tipo infettivo provocata da un virus che può risultare insidioso, soprattutto se contratto in gravidanza. Sebbene nella maggior parte dei casi si presenti con sintomi lievi, le sue complicazioni possono essere molto gravi, motivo per cui la prevenzione è essenziale. Esploriamo in maniera dettagliata le caratteristiche dell’infezione, i modi in cui si diffonde, i suoi segnali clinici, l’impatto epidemiologico e le misure preventive raccomandate.

Sebbene spesso innocua nei bambini, la rosolia può avere conseguenze disastrose per i feti se contratta durante la gestazione. Per questo motivo, la vaccinazione rappresenta non solo una scelta individuale, ma anche un atto di responsabilità collettiva. Grazie a una copertura vaccinale estesa, molti paesi europei sono riusciti a eliminare la trasmissione endemica del virus. Mantenere alta l’adesione ai programmi vaccinali è essenziale per proteggere le categorie più vulnerabili e prevenire il ritorno di una malattia che, purtroppo, è ancora lontana dall’essere debellata su scala globale
Trasmissione e Caratteristiche del Virus
La rosolia è causata e veicolata dal virus Rubella, appartenente alla famiglia dei Rubivirus. La trasmissione del virus avviene principalmente per via aerea, attraverso minuscole particelle di saliva che si disperdono quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Anche il contatto con oggetti contaminati può essere una via d’infezione, sebbene il virus abbia una sopravvivenza limitata fuori dal corpo umano. La persona colpita può essere contagiosa già nei sette giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi, e fino a una settimana dopo la loro scomparsa. Particolare attenzione va riservata al contagio in gravidanza: il virus può attraversare la placenta e colpire il feto, con possibili esiti devastanti.
La rosolia segue un percorso ben definito all’interno del corpo umano, che coinvolge diversi livelli: anatomico, cellulare e fisiologico. L’infezione inizia con l’ingresso del virus attraverso il tratto respiratorio superiore, dove si trasmette per via aerea tramite le goccioline emesse da una persona infetta. Dopo essersi depositato sulle mucose nasali e faringee, il virus raggiunge i linfonodi regionali, dando il via alla fase di replicazione.
A livello cellulare, il virus si moltiplica inizialmente nelle cellule epiteliali e poi nei linfociti, permettendo la sua diffusione nel sangue (viremia). All’interno delle cellule, utilizza i meccanismi di sintesi dell’ospite per produrre nuove particelle virali, che si propagano ad altre cellule. In questa fase può sfuggire temporaneamente alla risposta immunitaria, favorendo una seconda viremia che coincide con l’apparizione dei sintomi.
Gli effetti fisiopatologici derivano dall’infezione dei tessuti epiteliali e endoteliali, provocando manifestazioni come rash cutaneo, ingrossamento dei linfonodi e febbre, dovuti alla risposta infiammatoria e alla produzione di citochine. Se l’infezione avviene in gravidanza, il virus può attraversare la placenta e infettare il feto, interferendo con lo sviluppo cellulare e provocando malformazioni gravi, note come sindrome da rosolia congenita.
L’organismo risponde con un’attivazione progressiva del sistema immunitario, prima con una risposta innata e poi con quella adattativa, che porta alla produzione di linfociti citotossici e anticorpi specifici. Nel giro di una decina di giorni, il virus viene eliminato e si instaura una protezione immunitaria duratura.
Nel complesso, la rosolia si diffonde attraverso l’apparato respiratorio, si moltiplica nei linfonodi e si dissemina per via ematica, colpendo diversi organi. La sua pericolosità maggiore si manifesta in gravidanza, motivo per cui la vaccinazione rappresenta una misura preventiva fondamentale.
Segni e Sintomi della Malattia
Dopo un periodo di incubazione che varia tra le due e le tre settimane, i primi segni della rosolia possono essere piuttosto blandi, soprattutto nei più piccoli. I bambini tendono a sviluppare un’esantema rosato che inizia esordiendo solitamente dal viso e poi si estende al resto del corpo, risolvendosi in pochi giorni. Sono comuni anche gonfiore dei linfonodi (in particolare nella regione cervicale e anche dietro le orecchie), febbre leggera, raffreddore, gola irritata e senso di affaticamento. Negli adulti, in particolare nelle donne, sono frequenti dolori articolari, che possono protrarsi anche dopo la fase acuta.
Il quadro cambia drasticamente se l’infezione avviene durante la gravidanza. Nelle prime sei settimane, la possibilità che il nascituro sviluppi la sindrome da rosolia congenita (CRS) supera il 50%, con rischi di sordità, difetti al cuore, malformazioni oculari, danni al cervello o parto prematuro. Anche se il rischio si riduce progressivamente nelle settimane successive, resta significativo fino alla metà della gravidanza.
Ecco una tabella che riassume i segni e sintomi più comuni e quelli meno frequenti:
Categoria | Sintomo/Segno | Frequenza | Note |
---|---|---|---|
Comuni | Febbre lieve (<39°C) | Comune | Spesso il primo sintomo, può precedere l’esantema di 1-5 giorni |
Malessere generale | Comune | Sensazione di malessere o stanchezza | |
Naso che cola (rinorrea) o naso chiuso | Comune | Sintomo simile a un raffreddore | |
Mal di testa (cefalea) | Comune | Può accompagnare la febbre | |
Occhi arrossati o congiuntivite lieve | Comune | Più frequente negli adulti | |
Linfonodi ingrossati (retroauricolari, suboccipitali, cervicali posteriori) | Comune | Spesso precedono l’esantema di 5-10 giorni | |
Esantema maculopapulare (rash cutaneo) | Comune | Inizia sul viso e si diffonde rapidamente al tronco e agli arti | |
Dolori articolari (artralgia), soprattutto in donne adulte | Comune negli adulti | Può durare fino a un mese | |
Rari | Macchie di Forchheimer (macchie rosse sul palato) | Raro | Possono comparire sul retro del palato e della gola |
Otite media (infezione dell’orecchio medio) | Raro | Complicanza possibile | |
Trombocitopenia (bassa conta piastrinica) | Raro | Può causare porpora trombocitopenica | |
Encefalite (infiammazione del cervello) | Molto raro | Circa 1 caso su 6.000, può essere letale | |
Artrite (infiammazione articolare) | Raro | Più comune nelle donne adulte | |
Epatomegalia (ingrossamento del fegato) | Raro | Può essere presente in casi gravi | |
Splenomegalia (ingrossamento della milza) | Raro | Possibile in alcune complicanze | |
Convulsioni febbrili | Raro | Possibili in bambini con febbre alta | |
Meningite (infiammazione delle meningi) | Raro | Complicanza neurologica | |
Porpora trombocitopenica (macchie rosse sulla pelle) | Raro | Associata a trombocitopenia | |
Ritardo mentale | Raro | Possibile nelle forme congenite | |
Ipoacusia (perdita dell’udito) | Raro | Associata alla sindrome da rosolia congenita | |
Microcefalia (testa di dimensioni ridotte) | Raro | Possibile nelle forme congenite | |
Difetti cardiaci congeniti | Raro | Associati alla sindrome da rosolia congenita | |
Cataratta (opacità del cristallino) | Raro | Possibile nelle forme congenite | |
Glossite (infiammazione della lingua) | Raro | Sintomo raro | |
Lingua rossa o gonfia | Raro | Possibile manifestazione orale | |
Visione offuscata | Raro | Possibile sintomo visivo | |
Reumatismi | Raro | Dolori muscolari e articolari |
La rosolia è una malattia virale lieve, può comportare complicanze significative, soprattutto in determinate categorie di persone. Di seguito è riportata una tabella che elenca le patologie correlate alla rosolia, suddivise in dirette e indirette, con una breve descrizione e le categorie maggiormente a rischio.
Tipo di Patologia | Patologia | Descrizione | Categorie a Rischio |
---|---|---|---|
Diretta | Artrite e Artralgie | Infiammazione e dolori articolari, spesso temporanei. | Adulti, specialmente donne |
Diretta | Encefalite | Infiammazione del cervello, rara ma grave. | Adulti e immunodepressi |
Diretta | Otite Media | Infezione dell’orecchio medio. | Bambini |
Diretta | Trombocitopenia | Riduzione delle piastrine nel sangue, può causare porpora. | Adulti e bambini |
Diretta | Porpora Trombocitopenica | Manifestazioni cutanee dovute a trombocitopenia. | Adulti e bambini |
Diretta | Sindrome da Rosolia Congenita (SRC) | Serie di malformazioni nel neonato causate da infezione in gravidanza. | Feti di madri infette |
Indiretta | Aborto Spontaneo | Perdita del feto a causa dell’infezione materna. | Donne in gravidanza |
Indiretta | Nascita Prematura | Parto prima del termine gestazionale. | Donne in gravidanza |
Indiretta | Malformazioni Congenite | Difetti strutturali nel neonato, come difetti cardiaci o oculari. | Feti di madri infette |
Indiretta | Ritardo Mentale | Compromissione dello sviluppo cognitivo nel neonato. | Feti di madri infette |
Indiretta | Ipoacusia | Perdita dell’udito nel neonato. | Feti di madri infette |
Indiretta | Microcefalia | Ridotte dimensioni della testa nel neonato. | Feti di madri infette |
Diffusione della Rosolia nel Mondo
Questa malattia colpisce unicamente l’essere umano e può manifestarsi in qualunque fascia d’età. Prima dell’introduzione del vaccino, era molto comune tra i bambini, ma l’estensione delle campagne vaccinali ha ridotto drasticamente la sua presenza nei paesi con alta copertura immunitaria. Un esempio emblematico è la Svizzera, dove i casi annuali si contano ormai sulle dita di una mano e da anni non si registrano infezioni né in gestanti né in neonati. Il pericolo, nonostante sia stata data per debellata in Italia, persiste in aree dove la vaccinazione non è diffusa o viene rifiutata: il virus può infatti essere reintrodotto da viaggiatori provenienti da zone endemiche.

Sebbene l’Italia abbia raggiunto l’eliminazione della rosolia, è essenziale continuare a investire nella prevenzione, mantenere alta la copertura vaccinale e garantire un sistema di sorveglianza attivo per evitare nuove infezioni e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione
Ecco una tabella utile per la diagnosi della rosolia:
Tipo di Test | Cosa rileva | Utilizzo clinico | Indicazioni specifiche | Limitazioni |
---|---|---|---|---|
IgM anti-rosolia | Anticorpi IgM (fase acuta) | Diagnosi di infezione recente | Gravidanza, sospetto clinico recente | Falsi positivi (altri virus, fattori reumatoidi), persistenza IgM |
IgG anti-rosolia | Anticorpi IgG (immunità pregressa o da vaccino) | Valutazione stato immunitario | Donne in età fertile, pre-gravidanza | Non distingue infezione naturale da vaccinazione |
Avidità delle IgG | Forza di legame degli anticorpi IgG | Datazione dell’infezione | Gravidanza, infezione dubbia | Avidità intermedia può risultare ambigua |
Test sierologici accoppiati | Variazione dei livelli IgG nel tempo | Conferma infezione recente | Gravidanza, esposizione nota | Richiede due prelievi a distanza di 2-3 settimane |
RT-PCR (RNA virale) | Presenza del virus (RNA) nei campioni clinici | Conferma diagnosi, soprattutto nei neonati | Neonati con sospetta rosolia congenita | Richiede laboratori specializzati, finestra di rilevabilità limitata |
IgM anti-rosolia nel neonato | IgM specifiche nel sangue del neonato | Diagnosi di rosolia congenita | Neonati di madri infette durante la gravidanza | IgM possono non essere sempre rilevabili alla nascita |
PCR su urine o secrezioni | RNA virale in fluidi corporei | Conferma infezione in neonati o immunodepressi | Diagnosi di sindrome da rosolia congenita | Positività può persistere per mesi dopo la nascita |
Il test di avidità viene impiegato per chiarire, in caso di positività delle IgM in gravidanza, se l’infezione è recente o risalente nel tempo. Nei neonati, la tecnica molecolare RT-PCR rappresenta il metodo diagnostico di riferimento, poiché consente l’identificazione diretta del virus. In ambito ostetrico, la rilevazione di IgG ad alta avidità permette di escludere con buona affidabilità un’infezione contratta nei tre-quattro mesi precedenti.
La difesa più efficace contro la rosolia è la vaccinazione. Spesso, viene utilizzato il vaccino quadrivalente MORV, che include anche la protezione contro la varicella. Questo vaccino fornisce una protezione duratura, di norma per tutta la vita.
È di fondamentale importanza che le donne in età fertile verifichino la propria immunizzazione prima di pianificare una gravidanza. In assenza di una terapia specifica, il trattamento della rosolia si limita ad alleviare i sintomi, con antipiretici come paracetamolo o antinfiammatori come ibuprofene. Inoltre, per evitare il contagio, è consigliabile il distanziamento sociale fino a quattro giorni dopo la scomparsa dell’eruzione cutanea.
Negli ultimi anni, in Italia sono stati compiuti importanti progressi nella prevenzione e nel controllo della rosolia. Nel luglio 2023, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto che la malattia non è più endemica nel Paese, grazie soprattutto all’elevata copertura vaccinale che ha interrotto la trasmissione del virus. Si sottolinea che l’eliminazione non equivale a un’eradicazione definitiva: per questo motivo, resta fondamentale mantenere un’adeguata sorveglianza e proseguire le campagne vaccinali.
Nel febbraio 2024, l’Istituto Superiore di Sanità ha aggiornato le linee guida sulla gravidanza, raccomandando di non offrire più lo screening sistematico per la rosolia (rubeotest) a tutte le donne in dolce attesa. La decisione si fonda su tre motivi principali: la cessazione della circolazione endemica del virus già dal 2021, l’assenza di un trattamento efficace per bloccare la trasmissione madre-feto e l’impossibilità di somministrare il vaccino durante la gravidanza. Il test resta comunque disponibile gratuitamente per le donne non immuni che ne fanno richiesta.
I dati epidemiologici aggiornati confermano il basso livello di circolazione del virus nel Paese: nel 2024, sono stati segnalati solo due casi, entrambi in soggetti non vaccinati. Questo scenario rafforza l’importanza della vaccinazione con il vaccino MPRV (morbillo, parotite, rosolia, varicella), considerato sicuro ed efficace nel garantire una protezione duratura.
Particolare attenzione è rivolta alle donne provenienti da Paesi in cui la vaccinazione contro la rosolia non è diffusa. Per loro, il rischio di contrarre l’infezione in gravidanza è considerato molto basso in Italia, ma potrebbe aumentare in caso di recenti viaggi all’estero o contatti con persone non immunizzate.