L’anemia perniciosa, pur essendo oggi una condizione gestibile grazie alle moderne opzioni terapeutiche, richiede un’attenzione particolare per la sua potenziale gravità.

L’anemia perniciosa è una condizione medica caratterizzata da una ridotta produzione di globuli rossi, dovuta a una carenza di vitamina B12. Questa vitamina è essenziale per la formazione di eritrociti, la sintesi del DNA e il mantenimento delle funzioni neurologiche. La peculiarità di questa anemia, che le ha valso il termine “perniciosa”, risiede nella sua capacità di causare danni significativi se non trattata. Fortunatamente, grazie ai progressi medici, oggi è una condizione rara e gestibile con terapie adeguate.

La diagnosi precoce e un trattamento mirato con vitamina B12

La diagnosi precoce e un trattamento mirato con vitamina B12 possono prevenire complicanze significative, migliorando la qualità di vita dei pazienti. Una gestione adeguata, combinata con il monitoraggio dei fattori di rischio, è essenziale per affrontare questa patologia in modo efficace

Nel caso dell’anemia perniciosa, la causa principale non è una dieta povera di vitamina B12, bensì un problema che si verifica durante la sua assimilazione nell’intestino. Il processo di assorbimento di questa vitamina viene compromesso a causa della mancanza o dell’alterata funzionalità di una sostanza specifica prodotta dallo stomaco, chiamata fattore intrinseco. Questo disturbo è il risultato di un malfunzionamento del sistema immunitario, che finisce per attaccare le cellule della parete gastrica responsabili della sua produzione.

In un organismo sano, il fattore intrinseco è prodotto da particolari cellule situate nella mucosa dello stomaco. La vitamina B12, presente soprattutto negli alimenti di origine animale, entra nell’organismo legandosi inizialmente a proteine della saliva (aptocorrine). Una volta nello stomaco, l’ambiente acido permette alla vitamina di liberarsi da queste proteine e, proseguendo nel duodeno, essa si lega al fattore intrinseco. Questo legame è essenziale: soltanto così, infatti, la vitamina può raggiungere l’ileo, l’ultima parte dell’intestino tenue, dove viene assorbita grazie a recettori specifici attraverso un processo di endocitosi.

Nell’anemia perniciosa, però, questo meccanismo viene sabotato da un’alterazione autoimmune. Il sistema immunitario produce anticorpi anomali che attaccano due bersagli fondamentali: le cellule parietali dello stomaco e il fattore intrinseco stesso. Il primo attacco porta a una forma cronica di infiammazione gastrica, nota come gastrite atrofica autoimmune, mentre il secondo impedisce che la vitamina B12 si leghi correttamente al suo veicolo o venga riconosciuta dall’intestino per l’assorbimento. Oltre a ciò, il danno alle cellule parietali riduce anche la produzione di acido cloridrico (una condizione detta acloridria), rendendo più difficile il rilascio della vitamina dai cibi ingeriti.

A livello cellulare, la carenza di vitamina B12 interferisce con due reazioni chimiche essenziali. La prima riguarda la trasformazione dell’omocisteina in metionina, una reazione catalizzata da un enzima chiamato metionina sintasi. Questo processo è fondamentale per la sintesi del DNA. Quando è compromesso, la produzione e maturazione delle cellule del sangue, in particolare i globuli rossi, viene alterata, portando alla formazione di cellule grandi e immature dette megaloblasti. La seconda reazione riguarda l’enzima metilmalonil-CoA mutasi, che permette la conversione del metilmalonil-CoA in succinil-CoA. Se questa via metabolica viene bloccata, si accumula una sostanza tossica, l’acido metilmalonico, che può danneggiare le guaine protettive dei nervi (mielina), dando origine a sintomi neurologici importanti.

Cause Principali dell’Anemia Perniciosa e Fattori di Rischio

La causa predominante dell’anemia perniciosa è la carenza di vitamina B12, spesso legata a un mancato assorbimento intestinale di questa vitamina. Questo problema è frequentemente associato all’assenza del fattore intrinseco, una glicoproteina prodotta dalle cellule parietali dello stomaco, indispensabile per l’assorbimento della B12 nell’ileo, la parte terminale dell’intestino tenue. In circa il 90% dei casi, il deficit del fattore intrinseco è dovuto a una gastrite atrofica autoimmune (di tipo A), in cui anticorpi anomali attaccano le cellule parietali o il fattore intrinseco stesso, compromettendone la funzionalità. Esistono anche forme non autoimmuni di gastrite atrofica (di tipo B), spesso causate da infezioni croniche, come quella da Helicobacter pylori.

Altre cause includono interventi chirurgici come la gastrectomia o il bypass gastrico, che riducono la produzione di fattore intrinseco, e resezioni dell’ileo, che limitano l’assorbimento della vitamina. Più raramente, la carenza di B12 può derivare da un apporto alimentare insufficiente, come accade in diete vegane non integrate o in condizioni di povertà estrema, specialmente tra gli anziani. Inoltre, fattori come infezioni da parassiti intestinali (ad esempio, il botriocefalo) o sindromi da malassorbimento (come la celiachia o il morbo di Crohn) possono contribuire alla carenza.

Alcuni fattori aumentano la probabilità di sviluppare anemia perniciosa. Tra questi troviamo l’età avanzata, una storia familiare della malattia e l’appartenenza a etnie nordiche. La presenza di altre patologie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, la tiroidite cronica, il morbo di Graves, il morbo di Addison, l’ipoparatiroidismo, la miastenia gravis o la vitiligine, rappresenta un ulteriore rischio. È importante notare che i pazienti con anemia perniciosa hanno un rischio triplicato di sviluppare carcinoma gastrico.

Ecco una quadro delle patologie collegate all’anemia perniciosa:

CategoriaPatologiaTipo di Relazione
AutoimmuniGastrite atrofica autoimmuneCausa diretta
AutoimmuniTiroidite di HashimotoAssociazione frequente
AutoimmuniMorbo di AddisonAssociazione comune
EmatologicheAnemia megaloblasticaConseguenza
NeurologicheNeuropatia perifericaComplicanza dovuta alla carenza di B12
NeurologicheAtassiaConseguenza neurologica
NeurologicheDemenza o declino cognitivoPossibile conseguenza cronica
GastrointestinaliCarcinoma gastricoRischio aumentato a lungo termine
GastrointestinaliSindrome da malassorbimentoCausa potenziale
GastrointestinaliGastrectomia (totale o parziale)Fattore predisponente
EndocrineDiabete mellito tipo 1Associazione autoimmune
DermatologicheVitiligineAssociazione autoimmune

Sintomi Comuni dell’anemia perniciosa

I sintomi dell’anemia perniciosa riflettono sia la carenza di globuli rossi sia il coinvolgimento di altri sistemi. Tra i segni più comuni troviamo pallore, stanchezza, difficoltà respiratorie, tachicardia e perdita di peso. Specifici di questa condizione sono la glossite atrofica (lingua liscia e arrossata, nota come glossite di Hunter), alterazioni del gusto, ittero lieve (dovuto all’aumento della bilirubina indiretta) e sintomi neurologici come parestesie, difficoltà di concentrazione, irritabilità, depressione e, nei casi più gravi, disturbi dell’equilibrio e deficit cognitivi. L’anemia perniciosa è classificata come megaloblastica, poiché i globuli rossi prodotti sono più grandi del normale, con una vita media ridotta.

Ecco un quadro completo dei sintomi:

FrequenzaSintomoDescrizione / Note
Molto comuniStanchezza persistenteSensazione di affaticamento anche dopo riposo adeguato.
Pallore cutaneoColorazione più chiara della pelle dovuta alla ridotta emoglobina.
Dispnea da sforzoAffanno durante attività fisica leggera.
TachicardiaAumento della frequenza cardiaca.
AsteniaSensazione generale di debolezza.
ComuniGlossite (lingua infiammata)Lingua rossa, liscia e dolente.
Perdita di pesoCalo ponderale non intenzionale.
Anoressia selettiva per la carneRifiuto specifico verso la carne.
DiarreaFeci liquide frequenti.
Irritabilità o depressioneAlterazioni dell’umore.
Meno comuniParestesieFormicolio o intorpidimento alle estremità.
Confusione mentaleDifficoltà di concentrazione e memoria.
CefaleaMal di testa persistente.
Ittero lieveColorazione giallastra della pelle e delle sclere.
Facies edematosaGonfiore del viso.
RariNeuropatia perifericaDanni ai nervi periferici con perdita di sensibilità.
AtassiaPerdita di coordinazione muscolare.
Spasticità muscolareRigidità e contrazioni involontarie dei muscoli.
Psicosi o “follia megaloblastica”Gravi disturbi mentali associati alla carenza di B12.
Degenerazione combinata subacuta del midollo spinaleGrave complicanza neurologica con perdita di funzione motoria e sensitiva.
Osteoporosi e fratture osseeRiduzione della densità ossea con aumento del rischio di fratture.
Ritardo della crescita nei bambiniCrescita fisica rallentata nei pazienti pediatrici.
Incanutimento precoceComparsa anticipata di capelli grigi.
Unghie fragili e capelli secchiAlterazioni della struttura di unghie e capelli.
Temperatura subfebbrileLeggero aumento della temperatura corporea.
Visione disturbataProblemi visivi legati alla neuropatia ottica.
Infertilità temporaneaDifficoltà a concepire.
Complicazioni cardiache (es. insufficienza cardiaca)Problemi al cuore dovuti alla carenza di ossigeno.
Complicazioni in gravidanza e difetti alla nascitaRischi aumentati per il feto in caso di carenza materna di B12.

Meccanismo di Assorbimento della Vitamina B12. La vitamina B12, presente principalmente in alimenti di origine animale come carne, fegato, uova, latticini e pesce, viene liberata nell’ambiente acido dello stomaco grazie all’azione dell’acido cloridrico. Qui si lega a una proteina salivare (proteina R), per poi passare, nel duodeno, al fattore intrinseco. Questo complesso viene assorbito nell’ileo tramite recettori specifici. Una minima parte di B12 (1-2%) può essere assorbita per diffusione passiva, il che spiega l’efficacia di alte dosi orali in alcuni casi di trattamento. Il fegato immagazzina scorte di B12 sufficienti per coprire il fabbisogno per 3-5 anni, rendendo la carenza alimentare una causa rara.

Diagnosi e Cura

Dal punto di vista clinico, questa condizione si manifesta con diversi segnali. L’anemia che si sviluppa è di tipo macrocitico, caratterizzata da globuli rossi ingranditi ma non funzionali, che comportano stanchezza, pallore e palpitazioni. Sul fronte neurologico, la carenza cronica di B12 può tradursi in disturbi come intorpidimento, perdita dell’equilibrio, difficoltà nella concentrazione e, nei casi avanzati, anche atassia. Inoltre, l’atrofia della mucosa dello stomaco può causare problemi digestivi, lingua infiammata (glossite) e un’assimilazione carente dei nutrienti, aggravando ulteriormente il quadro generale.

La diagnosi di anemia perniciosa si basa su un’attenta valutazione clinica e su esami di laboratorio. L’emocromo rivela un’anemia megaloblastica, con globuli rossi di dimensioni aumentate. La misurazione dei livelli sierici di vitamina B12 (normalmente tra 200 e 950 pg/ml) è fondamentale: valori inferiori a 200 pg/ml confermano la carenza. Ulteriori test includono la ricerca di anticorpi anti-fattore intrinseco o anti-cellule parietali, indicativi di una causa autoimmune, e la misurazione di omocisteina e acido metilmalonico, che risultano elevati in caso di deficit funzionale di B12. La gastroscopia con biopsia può essere utile per confermare l’atrofia gastrica. Nei pazienti più giovani, il test di Schilling può aiutare a identificare un deficit di assorbimento legato al fattore intrinseco, anche se non è necessario negli anziani.

Ecco un quadro sinottico dei criteri diagnostici più utilizzati per l’anemia perniciosa:

CategoriaTest o CriterioDescrizione e Rilevanza Clinica
Esami Ematologici di BaseEmocromo completo (CBC)Valuta la presenza di anemia macrocitica con MCV elevato (>100 fL), tipico dell’anemia perniciosa.
Striscio di sangue perifericoEvidenzia macrocitosi, anisocitosi e ipersegmentazione dei neutrofili, caratteristiche dell’anemia megaloblastica.
Conta dei reticolocitiIndica la risposta del midollo osseo; spesso ridotta nell’anemia perniciosa.
Dosaggi BiochimiciVitamina B12 siericaLivelli <200 pg/mL suggeriscono carenza; tuttavia, valori normali non escludono la diagnosi.
Acido metilmalonico (MMA)Livelli elevati indicano carenza funzionale di vitamina B12, anche in presenza di livelli sierici normali.
Omocisteina plasmaticaAumentata sia nella carenza di vitamina B12 che di folati; utile per differenziare le cause.
LDH (lattato deidrogenasi)Spesso elevata a causa dell’emolisi intramidollare.
Bilirubina indirettaPuò essere aumentata per emolisi inefficace.
Test ImmunologiciAnticorpi anti-fattore intrinseco (IF)Presenti nel 50-70% dei pazienti; altamente specifici per l’anemia perniciosa.
Anticorpi anti-cellule parietali gastrichePresenti nel 90% dei pazienti; meno specifici ma utili come supporto diagnostico.
Test EliA™ per IF e cellule parietaliTest automatizzati con alta specificità (99,4% per IF) e sensibilità combinata fino al 91,1%.
Test di AssorbimentoTest di Schilling (storico)Valuta l’assorbimento della vitamina B12 radiomarcata; raramente utilizzato oggi a causa della complessità e disponibilità di test alternativi.
Esami StrumentaliEndoscopia con biopsia gastricaUtile per identificare la gastrite atrofica autoimmune e valutare la presenza di metaplasia o displasia.
Biopsia del midollo osseoIndica iperplasia eritroide con megaloblastosi; riservata a casi diagnostici complessi.
Classificazioni InternazionaliICD-10: D51.0Codice per l’anemia perniciosa secondo la Classificazione Internazionale delle Malattie.
SNOMED CT: 127040003Codice per l’anemia perniciosa nella terminologia clinica standardizzata.
OMIM: 261000Identificatore per l’anemia perniciosa nella banca dati delle malattie ereditarie

La diagnosi di anemia perniciosa si fonda sull’integrazione di dati clinici, esami di laboratorio e, se necessario, indagini strumentali. La rilevazione di anticorpi specifici, associata a segni di carenza di vitamina B12 e a tipiche alterazioni ematologiche, rappresenta un forte indicatore diagnostico. L’impiego di test automatizzati, come quelli della linea EliA™, contribuisce ad aumentare la precisione diagnostica e a semplificare il processo decisionale.

Il trattamento standard prevede la somministrazione di vitamina B12, generalmente tramite iniezioni intramuscolari (1 mg, da 1 a 4 volte a settimana inizialmente, poi mensilmente) per correggere rapidamente le anomalie ematologiche. In alternativa, dosi orali elevate (1000-2000 mcg al giorno) possono essere efficaci, sfruttando l’assorbimento per diffusione passiva. La terapia deve essere continuativa per tutta la vita, salvo correzione della causa sottostante. I sintomi neurologici, se presenti, possono richiedere più tempo per risolversi e, in casi avanzati, diventare irreversibili. È cruciale evitare la somministrazione di folato al posto della B12, poiché potrebbe mascherare l’anemia senza trattare i deficit neurologici.

Anemia perniciosa

Anemia perniciosa. L’anemia perniciosa rappresenta una forma specifica di anemia megaloblastica, provocata dalla carenza sistemica di vitamina B12, nota anche come cobalamina

Nuove frontiere della ricerca e pubblicazioni scientifiche sull’argomento

Negli ultimi tempi, la comprensione dell’anemia perniciosa ha beneficiato di importanti progressi grazie a studi scientifici mirati e all’evoluzione della medicina di precisione. Tra il 2024 e quest’anno, ad esempio, sono emerse numerose innovazioni, sia sul piano della diagnosi che nella ricerca di terapie sempre più efficaci e personalizzate.

Un significativo passo avanti nella rilevazione precoce della carenza di vitamina B12 riguarda l’impiego dell’olotranscobalamina II. Questa sostanza rappresenta la forma metabolicamente attiva della vitamina B12 e si lega alla transcobalamina II. Diversamente dal semplice dosaggio della vitamina B12 totale nel sangue, l’analisi dell’olotranscobalamina II si sta rivelando più accurata e precoce, offrendo ai medici un parametro più affidabile per identificare stati carenziali prima che si manifestino i sintomi clinici.

Un altro traguardo rilevante è l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel processo diagnostico. Sistemi di machine learning, come la rete neurale HgbNet, sono in grado di stimare con elevata precisione i livelli di emoglobina e la severità dell’anemia, analizzando i dati clinici elettronici del paziente. Questi strumenti permettono una valutazione tempestiva e non invasiva, con un potenziale impatto positivo sull’organizzazione delle cure e sulla tempestività delle diagnosi.

Tra le alternative terapeutiche più promettenti si distingue la vitamina B12 in formulazione sucrosomiale. Questo sistema consente un assorbimento intestinale efficiente della vitamina anche nei pazienti che non producono più il fattore intrinseco, meccanismo alla base dell’anemia perniciosa. Grazie a questa tecnologia, è possibile ridurre o evitare completamente le somministrazioni intramuscolari, facilitando così la continuità terapeutica e il comfort del paziente.

La metilcobalamina, una forma biologicamente attiva della vitamina B12, ha mostrato risultati incoraggianti a dosaggi elevati nel contrastare le complicazioni neurologiche dell’anemia perniciosa. L’azione neuroprotettiva di questa molecola apre la strada a terapie mirate per contrastare disturbi sensoriali, parestesie e deficit cognitivi legati alla malattia.

Le indagini attualmente in corso si stanno concentrando sull’ottimizzazione delle terapie esistenti e sullo sviluppo di protocolli più accessibili e meno invasivi. Al tempo stesso, cresce l’interesse per l’esplorazione dei meccanismi immunitari che innescano la distruzione delle cellule parietali gastriche, causa primaria della condizione. L’unione tra biotecnologie avanzate, intelligenza artificiale e farmacologia di nuova generazione alimenta la speranza in una gestione sempre più efficace dell’anemia perniciosa nei prossimi anni.



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