Il mal di testa, pur essendo una manifestazione molto comune, può nascondere origini e implicazioni differenti

Il mal di testa, noto anche come cefalea, è una condizione medica caratterizzata da dolore percepito all’interno della testa o nella zona alta del collo. Questo disturbo può presentarsi sia in forma acuta che cronica, coinvolgendo una o più aree del capo. È uno dei sintomi più comuni nella popolazione, ma la sua natura può essere estremamente variabile.

Sintomi mal di testa

Riconoscere la tipologia e le possibili cause è fondamentale per una gestione efficace del disturbo. Consultare il proprio medico è sempre il primo passo per ottenere una diagnosi corretta e un trattamento personalizzato

Il dolore della cefalea nasce dall’attivazione di particolari strutture sensibili presenti nella testa e nel collo, tra cui: tessuti muscolari, nervi cranici, vasi sanguigni, mucose, seni paranasali e altri elementi anatomici. Le cause esatte che innescano questo processo, però, non sono ancora completamente comprese.

Le cefalee possono svilupparsi come condizione primaria, senza una causa identificabile, oppure come conseguenza di altre patologie (cefalee secondarie). Le forme primarie sono spesso il risultato di fattori genetici, biologici e ambientali che si sommano a elementi scatenanti, come lo stress o certi alimenti. Le forme secondarie, invece, riflettono la presenza di condizioni cliniche sottostanti.

Come compare la cefelea? Il mal di testa non è un fenomeno da considerare banalmente come un disagio passeggero o una semplice percezione dolorosa. Esso rappresenta l’esito finale di un insieme sofisticato di processi neurofisiologici che coinvolgono aree specifiche dell’apparato nervoso e strutture anatomiche localizzate nella regione cranica. La sua comprensione richiede una visione approfondita della complessa architettura del sistema nervoso e dei meccanismi che ne regolano il funzionamento.

Va innanzitutto chiarito che il cervello, in senso stretto, non è in grado di avvertire il dolore, poiché privo di terminazioni nervose deputate a questa funzione. A generare la sensazione dolorosa sono invece altre strutture circostanti, tutte dotate di recettori sensibili agli stimoli nocivi. Tra queste troviamo le meningi, che sono membrane protettive attorno all’encefalo e al midollo spinale; i vasi sanguigni sia intracranici sia superficiali, che possono dilatarsi o contrarsi generando impulsi dolorosi; i muscoli del collo e del cuoio capelluto, spesso sede di tensioni muscolari prolungate; e i nervi cranici, in particolare il trigemino e l’occipitale, che veicolano segnali di dolore dalla testa al sistema nervoso centrale. Anche organi e strutture vicine come occhi, seni paranasali, denti e articolazioni temporo-mandibolari possono contribuire alla comparsa di dolore riferito nella zona cranica.

A livello fisiologico, il dolore cefalico nasce dall’attivazione di terminazioni nervose specifiche chiamate nocicettori. Queste fibre sensoriali rispondono a stimoli potenzialmente dannosi – di natura infiammatoria, meccanica, chimica o vascolare – e inviano segnali attraverso vie nervose verso centri superiori del cervello, dove vengono percepiti come dolore. Quando tale stimolazione è ripetuta o prolungata nel tempo, può instaurarsi un meccanismo noto come sensibilizzazione periferica: i nervi diventano più reattivi, e anche stimoli lievi o assenti possono essere avvertiti come dolorosi, rendendo il mal di testa più persistente o cronico, come accade frequentemente nella cefalea tensiva.

Un ulteriore livello di complessità è dato dalla sensibilizzazione centrale. In questo caso, l’intensità e la frequenza dei segnali dolorosi provocano un’alterazione nei circuiti del sistema nervoso centrale che processano il dolore, in particolare nel tronco encefalico e nel talamo. Questo meccanismo può spiegare perché alcuni tipi di cefalea cronica risultano particolarmente resistenti ai trattamenti farmacologici abituali.

Nel caso dell’emicrania, entrano in gioco anche altri fattori, tra cui la vasodilatazione dei vasi all’interno del cranio e il rilascio di sostanze infiammatorie come il CGRP, un neuropeptide che amplifica la risposta infiammatoria e accentua la percezione del dolore. Tali fenomeni contribuiscono a rendere l’emicrania una condizione debilitante e complessa da gestire.

Un altro aspetto rilevante riguarda il malfunzionamento di specifici centri cerebrali coinvolti nella regolazione del dolore e dei sintomi associati. Tra questi figurano l’ipotalamo, il locus coeruleus e il nucleo del trigemino. Disfunzioni in queste aree possono non solo aumentare la soglia del dolore, ma anche favorire sintomi correlati come sensibilità alla luce (fotofobia), lacrimazione o nausea.

Gli effetti di una cefalea ricorrente o cronica si estendono ben oltre il dolore fisico. Tra le conseguenze più frequenti vi sono difficoltà nella concentrazione, alterazioni del ciclo sonno-veglia, sbalzi d’umore, irritabilità e calo del tono dell’umore. A livello sociale e lavorativo, tutto ciò può tradursi in una significativa riduzione della produttività e in un peggioramento della qualità di vita. Nelle forme più gravi, o nei casi in cui il mal di testa sia il segnale di una condizione medica sottostante, possono comparire disturbi neurologici importanti, che richiedono un’attenta valutazione specialistica per escludere patologie serie come infezioni cerebrali, emorragie o neoplasie.

Le cause più frequenti

Le cefalee possono essere indotte da molteplici fattori, sia interni che esterni:

  1. Cause interne (meccanismi endogeni): alterazioni vascolari cerebrali (dilatazione o compressione dei vasi), infiammazione delle meningi, irritazione dei nervi cranici o tensione muscolare nel collo e nella testa.
  2. Fattori esterni (scatenanti): cambiamenti climatici, uso eccessivo di dispositivi elettronici (condizione non pienamente dimostrata, al momento), alimentazione non equilibrata, abuso o interruzione della caffeina, disturbi del sonno, posture scorrette, stimoli sensoriali forti (odori o rumori), fumo, alcol, alcuni farmaci e attività fisica intensa.

L’International Headache Society, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha stilato una classificazione ufficiale per aiutare i medici a diagnosticare e trattare correttamente le diverse forme di mal di testa. Le cefalee vengono divise in:

  1. Cefalee primarie
  2. Cefalee secondarie
  3. Nevralgie craniche e altri dolori facciali
Classificazione del mal di testa

Classificare il mal di testa è il primo passo per individuarlo e capire come curarlo

Cefalee primarie: forme e caratteristiche

  • Cefalea tensiva
    È la forma più diffusa e tende ad avere una bassa intensità. Il dolore, spesso descritto come una stretta intorno alla testa, è bilaterale e di durata variabile (da 30 minuti a diversi giorni). Le cause principali includono tensione muscolare, ansia, stress emotivo e postura scorretta. Può manifestarsi con sensibilità alla luce o al rumore, ma di solito non provoca nausea o vomito.
  • Emicrania
    Si tratta della seconda tipologia più comune, maggiormente presente nel sesso femminile e in soggetti predisposti. Si manifesta con dolore pulsante, spesso su un solo lato della testa, con durata da 4 a 72 ore. Può essere accompagnata da sintomi come nausea, vomito, fotofobia e fonofobia. Alcuni pazienti sperimentano anche l’aura, un insieme di disturbi sensoriali transitori. Tra i fattori scatenanti: squilibri ormonali, alimenti specifici, alterazioni del sonno, astinenza da caffeina.
  • Cefalea a grappolo
    La forma più rara ma anche la più dolorosa. Si presenta con attacchi molto intensi, trafittivi e concentrati sempre su un lato della testa. Ogni episodio dura da 15 minuti a 3 ore e può ripetersi anche più volte al giorno per settimane o mesi. Tra i sintomi associati: lacrimazione, congestione nasale, abbassamento della palpebra e arrossamento oculare. È più frequente negli uomini, soprattutto fumatori, e può essere influenzata da alterazioni ormonali e disfunzioni dell’ipotalamo.

Le forme primarie possono essere episodiche, se si verificano occasionalmente, oppure croniche, se il dolore è frequente (almeno 15 giorni al mese per più di sei mesi).

Cefalee secondarie: quando il mal di testa è un sintomo

Queste cefalee sono collegate a patologie sottostanti e il dolore è solo una manifestazione di un problema più profondo. Alcuni esempi:

  1. Infezioni: meningite, encefalite, HIV, influenza
  2. Disturbi vascolari: ictus, aneurismi, arterite temporale
  3. Traumi: commozioni cerebrali, colpo di frusta
  4. Problemi metabolici: disidratazione, diabete, ipotiroidismo
  5. Sostanze esterne: farmaci, alcol, droghe, monossido di carbonio
  6. Neoplasie: tumori cerebrali primari o metastatici
  7. Un mal di testa secondario può essere pericoloso, specie se si presenta improvvisamente con un’intensità mai sperimentata prima o accompagnato da sintomi neurologici. In questi casi è fondamentale un intervento medico immediato.

Nevralgie craniche e dolori facciali

Questa categoria raccoglie le cefalee causate dall’infiammazione o compressione dei nervi della testa e del collo. Un esempio emblematico è la nevralgia del trigemino, in cui il dolore è localizzato nel volto e nella cavità orale, con manifestazioni molto intense e improvvise. Anche vari disturbi facciali e cranici rientrano in questa classificazione.

Patologie direttamente collegate alla comparsa della cefelea

Il mal di testa può comparire come sintomo in numerose condizioni patologiche, tra cui: otite, sinusite, meningite, tumori cerebrali, encefalite, ictus, glaucoma, allergie, disturbi ormonali e metabolici, infezioni virali o batteriche, intolleranze alimentari, e molte altre. Per questo è importante non sottovalutare il dolore alla testa quando è persistente, grave o accompagnato da segnali di allarme. Ecco un quadro sinottico di tutte le patologie principali, collegate alla comparsa acuta o cronica della cefalea:

CategoriaPatologiaDescrizione
InfettiveInfluenzaInfezione virale sistemica
RaffreddoreInfezione virale delle vie respiratorie superiori
PolmoniteInfezione polmonare virale o batterica
MeningiteInfiammazione delle meningi
EncefaliteInfiammazione del cervello
MononucleosiInfezione da Epstein-Barr Virus
HIV/AIDSInfezione virale sistemica
EbolaFebbre emorragica virale
DengueFebbre virale trasmessa da zanzare
MalariaInfezione da Plasmodium, trasmessa da zanzare
TifoInfezione batterica
SifilideMalattia a trasmissione sessuale batterica
RabbiaInfezione virale del sistema nervoso
VaricellaInfezione esantematica virale
RosoliaInfezione virale lieve
MorbilloInfezione virale altamente contagiosa
VaioloInfezione virale eradicata
ScarlattinaInfezione batterica da streptococco
Tripanosomiasi africanaInfezione protozoaria (malattia del sonno)
Malattia di ChagasInfezione da Trypanosoma cruzi
ToxoplasmosiInfezione parassitaria
Neurologiche/CerebrovascolariEmicraniaCefalea primaria neurovascolare
IctusIschemico o emorragico
Tumori cerebraliLesioni neoplastiche intracraniche
Nevralgia del trigeminoInfiammazione del nervo trigemino
Nevralgie cranicheDolori da infiammazione dei nervi cranici
Trauma cranicoLesioni traumatiche alla testa
Commozione cerebraleTrauma cerebrale lieve
Colpo di frustaTrauma cervicale da accelerazione/decellerazione
Vascolari/SistemicheIpertensione arteriosaPressione alta
Arterite temporaleInfiammazione dell’arteria temporale
Trombosi cerebraleCoagulo nei vasi cerebrali
Aneurisma cerebraleDilatazione patologica di un’arteria cerebrale
AterosclerosiIndurimento delle arterie
Endocrino-MetabolicheDiabeteDisregolazione dei livelli glicemici
IpotiroidismoRidotta funzione tiroidea
IperglicemiaElevato livello di glucosio nel sangue
Acidosi metabolicaAccumulo di acidi nei tessuti
AcetonemiaPresenza di corpi chetonici
DisidratazioneCarenza di liquidi nel corpo
Autoimmuni/InfiammatorieLupus eritematoso sistemicoMalattia autoimmune multiorgano
Artrite reumatoideInfiammazione articolare sistemica
Respiratorie/AllergicheAllergie respiratorieReazione immunitaria a sostanze inalate
RiniteInfiammazione della mucosa nasale
SinusiteInfiammazione dei seni paranasali
AsmaPatologia respiratoria cronica
OculariGlaucomaAumento della pressione intraoculare
MiopiaDifetto refrattivo della vista
IpermetropiaDifetto refrattivo visivo
AstigmatismoAlterazione della curvatura corneale
AmbliopiaRidotta acuità visiva (occhio pigro)
CheratoconoDeformazione progressiva della cornea
RetinoblastomaTumore maligno retinico pediatrico
Herpes zoster oftalmicoInfezione oculare da varicella-zoster
ORL (orecchio-naso-gola)OtiteInfiammazione dell’orecchio
FaringiteInfiammazione della faringe
ParotiteInfezione delle ghiandole salivari
ScialoadeniteInfiammazione ghiandole salivari
Poliposi nasaleFormazioni benigne nel naso
GastrointestinaliColiteInfiammazione del colon
GastroenteriteInfiammazione acuta di stomaco e intestino
IndigestioneDifficoltà nella digestione
Intolleranze alimentariReazione avversa non immunitaria a cibi
Altre patologieAcromegaliaEccesso di ormone della crescita
LeucemiaTumore maligno del sangue
Morbo di PagetAlterazione del metabolismo osseo
Malattia di WilsonAccumulo di rame nei tessuti
PresbiopiaPerdita della messa a fuoco da vicino (età)
Mollusco contagiosoInfezione virale cutanea
Pitiriasi roseaEruzione cutanea benigna
BruxismoDigrignamento dei denti notturno
Vene varicoseDilatazione anomala delle vene
Apnee notturneArresti respiratori durante il sonno
Dialisi renaleTerapia per insufficienza renale

Sintomi della cefalea

La cefalea tensiva si manifesta frequentemente con dolore bilaterale di tipo costrittivo, privo di nausea o sensibilità alla luce e ai suoni.
L’emicrania con aura è caratterizzata dalla comparsa di sintomi neurologici transitori, come disturbi visivi, sensoriali o del linguaggio, che precedono il dolore. La cefalea a grappolo è generalmente unilaterale e si accompagna a dolore molto intenso nella zona orbitale o temporale, associato a sintomi autonomici come lacrimazione e congestione nasale. Le cefalee secondarie derivano da condizioni patologiche sottostanti (es. infezioni, disturbi vascolari, tumori); la comparsa di sintomi come febbre, alterazione dello stato di coscienza o convulsioni rappresenta un segnale di allarme che richiede valutazione medica urgente.

SintomoFrequenzaTipi di cefalea associati
Dolore alla testa (pulsante, oppressivo)Molto comuneEmicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo, cefalee secondarie
Nausea e/o vomitoComuneEmicrania, cefalea a grappolo
Fotofobia (sensibilità alla luce)ComuneEmicrania, cefalea a grappolo
Fonofobia (sensibilità ai suoni)ComuneEmicrania, cefalea a grappolo
Dolore unilateraleComuneEmicrania, cefalea a grappolo
Dolore bilateraleComuneCefalea tensiva
Lacrimazione oculareComuneCefalea a grappolo
Rinorrea (naso che cola)ComuneCefalea a grappolo
Ptosi palpebrale (palpebra cadente)ComuneCefalea a grappolo
Congestione nasaleComuneCefalea a grappolo
Aura visiva (luci lampeggianti, scotomi)Meno comuneEmicrania con aura
Disturbi del linguaggio (afasia)RaroEmicrania con aura, emicrania emiplegica familiare
Debolezza muscolare (emiparesi)RaroEmicrania emiplegica familiare
Vertigini o instabilitàRaroEmicrania basilare, cefalea secondaria
Disturbi della coscienza (confusione, disorientamento)RaroEmicrania con aura prolungata, cefalee secondarie gravi
ConvulsioniMolto raroEmicrania con aura prolungata, cefalee secondarie gravi
FebbreMolto raroCefalee secondarie da infezioni (es. meningite)
Dolore evocato da tosse o sforzoRaroCefalea da tosse, cefalea da sforzo
Dolore evocato da attività sessualeRaroCefalea da attività sessuale
Dolore evocato da ingestione di cibi freddiRaroCefalea da freddo (es. “brain freeze”)
Dolore evocato da stimoli tattili leggeriRaroNevralgia del trigemino, nevralgia glossofaringea
Dolore facciale acuto e improvvisoRaroNevralgia del trigemino, nevralgia glossofaringea

Diagnosi e indagini strumentali

La diagnosi del tipo di cefalea è essenziale per definire la terapia più appropriata. A seconda dei casi, il medico può richiedere:

  • Esami ematici o puntura lombare, se si sospetta un’infezione
  • TAC o risonanza magnetica, per escludere lesioni o tumori
  • Elettroencefalogramma, in presenza di sintomi neurologici o nei bambini

Tabella completa delle cefalee (ICHD-3). Esistono più di 70 tipi di cefalea, esclusi i sottotipi ulteriormente suddivisi:

Categoria PrincipaleTipo di CefaleaNote
1. Cefalee primarie
EmicraniaCon aura, senza aura, complicata, cronica
Cefalea tensivaEpisodica infrequente, episodica frequente, cronica
Cefalea a grappoloEpisodica, cronica
Altre cefalee trigemino-autonomicheSUNCT, SUNA, parossistica, emicrania continua
Altre cefalee primarieDa tosse, da sforzo, da attività sessuale, ipnica, da freddo, esplosiva
2. Cefalee secondarieDerivano da un’altra condizione medica
Trauma cranico/colpo di frustaCefalea post-traumatica acuta/cronica
Disturbi vascolari cranici/cerebraliIctus, emorragia subaracnoidea, arterite temporale, ipertensione
Disordini intracranici non vascolariTumori, idrocefalo, ipertensione intracranica idiopatica
Uso/astinenza da sostanzeNitriti, alcol, caffeina, abuso di analgesici
InfezioniMeningite, encefalite, infezioni sistemiche
Disturbi dell’omeostasiIpercapnia, ipossia, apnea del sonno, digiuno, ipoglicemia
Disturbi del cranio, collo, occhi, orecchie, naso, dentiSinusite, glaucoma, otite, disturbi cervicali
Disturbi psichiatriciCefalea attribuita a disturbi d’ansia o depressione
3. Nevralgie craniche, dolori facciali e altre cefalee
Nevralgia del trigeminoClassica, secondaria, idiopatica
Nevralgia del glossofaringeoIdem
Altre nevralgie cranicheNervo occipitale, auricolotemporale, intermediario, nasociliare
Dolore facciale centrale o primarioDolore facciale persistente idiopatico
Altri disturbi faccialiDolore facciale da compressione vascolare, sindromi rare

Come si cura il mal di testa

Non tutte le cefalee richiedono un trattamento specifico. Il piano terapeutico viene deciso sulla base del tipo di mal di testa, della frequenza degli attacchi, dei sintomi presenti e delle eventuali patologie associate.

Nei casi di cefalee secondarie, la cura si concentra sulla patologia che le provoca. Quando si tratta di cefalee primarie, invece, si punta alla riduzione del dolore e alla prevenzione degli attacchi. Il riposo in ambienti tranquilli, l’uso di farmaci sintomatici o preventivi e la modifica dello stile di vita sono elementi spesso raccomandati.

Ecco una panoramica dei principali farmaci utilizzati per curare le cefalee, suddivisi per categoria terapeutica:

Farmaci sintomatici (per trattare l’attacco acuto)

ClassePrincipali principi attiviUso principale
Analgesici comuniParacetamolo, Aspirina, Ibuprofene, NaprosseneCefalea tensiva, emicrania lieve
FANSKetoprofene, Diclofenac, Indometacina, FlurbiprofeneEmicrania, cefalea a grappolo
TriptaniSumatriptan, Rizatriptan, Zolmitriptan, Eletriptan, NaratriptanEmicrania, cefalea a grappolo
Derivati dell’ergotErgotamina, DihidroergotaminaEmicrania
AntiemeticiMetoclopramide, Domperidone, OndansetronEmicrania con nausea
Corticosteroidi (raramente)Desametasone, PrednisoneCrisi prolungate o refrattarie

Farmaci preventivi (profilassi a lungo termine)

ClassePrincipali principi attiviUso principale
Beta-bloccantiPropranololo, MetoprololoProfilassi emicrania
Antidepressivi tricicliciAmitriptilina, NortriptilinaCefalea tensiva cronica, emicrania
AnticonvulsivantiTopiramato, Acido valproico, GabapentinEmicrania
Bloccanti dei canali del calcioFlunarizina, VerapamilEmicrania, cefalea a grappolo
Tossina botulinica tipo AOnabotulinumtoxinA (Botox)Emicrania cronica
Anticorpi monoclonali anti-CGRPErenumab, Fremanezumab, Galcanezumab, EptinezumabEmicrania cronica ed episodica
Inibitori serotoninergiciPizotifene, Methysergide (meno usati oggi)Emicrania

Altri farmaci usati in casi particolari

IndicazioneEsempi di farmaci
Cefalea da uso eccessivo di farmaciDetox da analgesici, eventuale uso di corticosteroidi
Cefalea secondariaTrattamento della causa (es. antibiotici per infezione, antipertensivi, ecc.)
Nevralgie cranicheCarbamazepina, Oxcarbazepina, Lamotrigina, Baclofene

Negli ultimi decenni, il progresso scientifico nello studio delle cefalee ha conosciuto un’evoluzione significativa, con importanti contributi sia a livello globale che nazionale. L’Italia si è affermata come uno dei principali attori nel panorama della ricerca, posizionandosi al secondo posto mondiale, dopo gli Stati Uniti, per numero di pubblicazioni sul tema tra il 2010 e il 2019. Tra le figure di riferimento in questo ambito spicca il professor Paolo Martelletti, direttore di un centro specialistico romano e fondatore di una prestigiosa rivista scientifica dedicata.

Un punto chiave della ricerca è rappresentato dalla classificazione delle cefalee, elemento cruciale per una corretta diagnosi e per l’individuazione di terapie efficaci. Grazie al lavoro della International Headache Society, è stata messa a punto la terza edizione dell’International Classification of Headache Disorders (ICHD-3), che distingue oltre duecento tipologie di mal di testa, suddivise in forme primarie, secondarie e nevralgie craniche.

La crescente comprensione dei meccanismi fisiopatologici ha favorito lo sviluppo di terapie innovative. Tra queste spiccano gli anticorpi monoclonali diretti contro il CGRP, una molecola implicata nel dolore emicranico. Farmaci come eptinezumab e galcanezumab si sono dimostrati efficaci nella riduzione della frequenza degli attacchi, ottenendo l’approvazione in vari paesi.

In parallelo, la ricerca ha aperto la strada a strategie terapeutiche non farmacologiche, tra cui la neuromodulazione, il biofeedback e approcci integrativi, focalizzati sulla modulazione dell’infiammazione e della sensibilità nervosa.

In ambito nazionale, istituzioni di rilievo come la Fondazione Mondino svolgono un ruolo attivo nella produzione scientifica, affrontando tematiche che spaziano dall’efficacia terapeutica all’impatto sulla qualità della vita, fino all’adozione di strumenti digitali per il monitoraggio dei sintomi.

Le prospettive future si orientano verso la personalizzazione dei trattamenti attraverso l’identificazione di biomarcatori infiammatori e l’impiego di tecnologie intelligenti come dispositivi indossabili e app mobili, in grado di raccogliere dati in tempo reale e di collegare abitudini quotidiane, stress e ricorrenza degli episodi dolorosi.

Nel complesso, la ricerca sulle cefalee si configura come un campo in rapido sviluppo, in cui l’Italia continua a occupare una posizione di rilievo, contribuendo al miglioramento continuo della diagnosi, della cura e della qualità di vita dei pazienti affetti da queste patologie.



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